MODICA Palazzo De Leva, polemica senza fine Presentato un esposto allunesco

Non demorde il responsabile della parrocchia del Santissimo Salvatore, don Umberto Bonincontro, sulla presunta sopraelevazione abusiva del palazzo «De Leva», in pieno centro storico, che avrebbe oscurato parte delle finestre istoriate della chiesa del Santissimo Salvatore. Un conflitto che sta già interessando il Comune. Sono già stati fatti una conferenza di servizio ed un sopralluogo tecnico. Ora si attende il parere della Soprintendenza.
«Alla cattiveria non c’è fondo – dice il parroco – quando si pensa all’intera vicenda che ha interessato, in questi giorni, l’opinione pubblica. L’innalzamento di parte del tetto ha, infatti, deturpato l’ottocentesco palazzo nobiliare e, cosi, dal corso Umberto, fa bella vista con colori sgargianti, una orripilante sopraelevazione di oltre un metro. Obiettivo di questa, e di altre ardite operazioni consumate all’interno, è stato ricavare una mansarda che è venuta fuori a lavori conclusi e che si pensava potesse restare nel caso che nessuno si fosse accorto dell’illecito. Per raggiungere l’obiettivo, l’intero quartiere è stato costretto a subire, per ben 20 mesi, il transennamento della stretta via De Leva, necessario per coprire l’illecito che si stava consumando».

Ma il parroco prosegue nella sua protesta. «Il geniale intervento, ha deturpato quel gioiello d’arte che è la chiesa del Santissimo Salvatore, oscurando due artistiche vetrate istoriate. Ci si chiede – aggiunge don Bonincontro – come in una città, da poco dichiarata patrimonio dell’ Umanità, in pieno centro storico e, dunque, in una zona soggetta a tutti i vincoli che impediscono di modificare qualunque struttura, si sia potuto procedere con tanta superficialità, se è vero ciò che
ha dichiarato l’assessore ai Lavori pubblici, Giorgio Cernito, e cioè, che i lavori sarebbero stati autorizzati dal Genio civi­
le, nell’ambito di una conferenza di ser­vizi cui presero parte anche la Soprinten­denza e l’ufficio tecnico comunale. Tut­to in regola dunque».E aggiunge: «Cosìvorrebbero dare ad intendere i proprie­tari, il direttore dei lavori e l’ufficio tecni­
co comunale. La Soprintendenza, inve­ce, tace nonostante due esposti presen­tati alla Magistratura. Di certo c’è – con­
clude Umberto Bonincontro – che, se inloco sì volesse tentare di mettere a tace­re le cose, allora si andrà molto in alto, al­
meno fino all’Unesco e cui è stato giàpresentato un esposto circostanziato.Giustizia deve essere fatta e, chi osa tan­
to, credendo di restare impunito, dovràpur ricredersi».            L M.

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