“Confronto” chiede al sindaco Abbate di non modificare i locali del palazzo di giustizia di Modica

Tribunale di Modica

L’associazione Confronto ha inviato una lettera al Sindaco di Modica Abbate per chiedere il rispetto dell’impegno votato dal consiglio comunale a non modificare i locali del Palazzo di Giustizia per allocarvi uffici esterni. E ciò, almeno fino a quando non ci sarà un pronunciamento della Corte di Giustizia Europea sul ricorso promosso contro la riforma della geografia giudiziaria su iniziativa del Comune di Mistretta.

“Com’è bene noto l’associazione – è scritto nella lettera – dopo l’avvento accorpamento del Tribunale di Modica a quello di Ragusa, al di là ogni anacronistica valutazione di natura campanilistica, non ha mai condiviso l’abbandono del nuovissimo e funzionale Palazzo di Giustizia modicano per il trasferimento degli uffici nel comune capoluogo in locali inidonei, privi – in molti casi – dei requisiti di legge, improvvisati e tali da non garantire condizioni adeguate agli usi ai fini di giustizia, alla sicurezza negli ambienti di lavoro oltre che alle esigenze degli addetti e degli utenti. Da tempo e con iniziative di vario genere, il Comitato Pro-Tribunale, del quale “Confronto” fa parte, ha chiesto, per un effettivo risparmio, per assicurare una dignitosa funzionalità e per una civile finalizzazione dell’opera realizzata come “struttura vocata” coi soldi dei contribuenti per le esigenze del territorio, l’utilizzo del Palazzo di Giustizia come sede distaccata del Tribunale Ibleo.
La mancanza di risposte – prosegue la lettera – ha indotto l’Amministrazione Comunale, ad ipotizzare la destinazione del Palazzo di Giustizia per la sistemazione di alcuni uffici pubblici (ufficio tecnico comunale, sede dell’INPS e dell’ufficio delle Entrate, istituzioni scolastiche, ecc) per la loro sistemazione in unico stabile con caratteristiche antisismiche, ma senza mai tenere in debito conto del fatto che la particolare conformazione della Struttura non ne consente un utilizzo razionale, funzionale e coi requisiti imposti dalla legge e che regolano la sicurezza e le condizioni igienico sanitarie nei posti di lavoro. Tenuto conto che il Consiglio Comunale con propria mozione ha impegnato il Sindaco e l’Amministrazione “ad aderire alla iniziativa promossa e proposta dal Comune di Mistretta” avente per oggetto il ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro la riforma della geografica della Giustizia, e “ad adottare le opportune iniziative perché il Palazzo di Giustizia possa essere conservato alla sua naturale destinazione giurisdizionale fino al pronunciamento della Corte di Giustizia Europea” e che gli iter avviati non sembrano rispettosi di tali impegni e rischiano di compromettere la fruibilità dello stabile” con la lettera al Sindaco viene chiesto di soprassedere a qualsiasi operazione, almeno fino a quando non ci sarà il predetto definitivo pronunciamento della Corte di Giustizia Europea cui il Consiglio Comunale ha deciso di fare ricorso. Pare infatti che la ipotizzata sistemazione di uffici esterni impone la modifica e l’inevitabile indebolimento della struttura nel suo interno e la creazione di stanze per buona parte senza finestre in quanto ricavate in ambienti per lo più chiusi. Per non dire che in conseguenza di eventuali modifiche si verrebbe a pregiudicare la possibilità di utilizzare il Palazzo di Giustizia per la sua originaria destinazione anche nel caso di un auspicato positivo e risolutivo pronunciamento della Corte di Giustizia Europea.

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