Ispica: La città dalle fontane spente e dalle palme cadenti. La denuncia del consigliere Quarrella

monumento ai caduti transennato

Risale a settembre 2015 il comunicato stampa con il quale il sindaco Muraglie manifestava l’intenzione di dare seguito alla promessa fatta in campagna elettorale di sostituire il vetro messo all’interno della fontana che adorna piazza dell’Unità d’Italia. Al pari di tanti altri interventi pomposamente annunciati in campagna elettorale,

nulla di quanto promesso è stato mantenuto, anzi, allo stato odierno, è sotto gli occhi di tutti lo stato di degrado e di abbandono dell’unica fontana esistente nella piazza principale della città. Il getto d’acqua che la abbelliva è fermo da qualche tempo e la vasca stessa si presenta spesso piena di acqua stagnante che, oltre ad esalare pessimi odori, rappresenta un pericolo per i bambini che vi giocano intorno. Stessa sorte è toccata alla fontana di piazzetta Germi utilizzata nei primi anni della sua costruzione e definitivamente spenta da quest’amministrazione.
“Le fontane non sembrano andare a genio ai membri di quest’amministrazione – dichiara il Consigliere Quarrella – che preferiscono spegnerle definitivamente piuttosto che cercare di ripristinarne il funzionamento. Come se non bastasse, a specchiarsi nell’acqua putrida della fontana in Piazza dell’Unità D’Italia sono alcune palme della stessa piazza che, abbandonate a se stesse e senza un minimo di potatura, pendono rinsecchite sulle teste degli anziani intenti a godere il fresco mattutino e che quotidianamente lamentano al sottoscritto i mancati e dovuti interventi sul verde pubblico della piazza.
Per questo motivo – termina il consigliere di opposizione – invito l’amministrazione a dare immediato seguito alle promesse a suo tempo fatte o, in alternativa, mettere da parte promesse elettorali che non hanno più motivo di esistere e di dedicarsi alla cura, al decoro e al miglioramento della piazza esistente togliendo, fin da subito, quelle transenne metalliche davanti al Monumento ai Caduti che rappresentano il fallimento culturale di quei rappresentanti della Giunta che, incapaci di trovare altro rimedio, le hanno fisicamente prese e messe lì”.

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