Scicli: Cavalcata di S. Giuseppe edizione 2008 tra soddisfazione e amarezza

 Archiviata fortunatamente nel migliore dei modi l’edizione 2008 della Cavalcata di S. Giuseppe a Scicli, che ha visto, quest’anno, la novità dell’assegnazione di un premio per il miglior rapporto uomo-cavallo, deciso dall’Associazione Culturale Peppe Greco, che ha organizzato l’evento mostrando, ed assegnato dall’Oipa secondo tre criteri: la libertà di muoversi per il cavallo, la possibilità di vedere senza ostacolo per il cavallo, il rapporto affettivo del cavaliere con l’animale durante la sfilata. Un’edizione che segna l’inizio di una nuova era, vista l’apertura al dialogo e la disponibilità di collaborazione da tutte le parti interessate allo svolgimento della Cavalcata, ossia sindaco e amministrazione comunale, proprietari dei cavalli, Associazione Culturale Peppe Greco ed Oipa, che anche quest’anno è intervenuta richiedendo maggiori accorgimenti per la salvaguardia di uomini e cavalli, come ad esempio, tra le altre cose, il transennamento di tutto il percorso della sfilata. “È stato il dialogo il protagonista di questa edizione – ha detto la delegata provinciale Oipa, Valentina Raffa -. Tutti disposti a mettere da parte le proprie idee per trovare un accordo per il successo di una manifestazione tradizionale, ma nel rispetto degli animali e nella salvaguardia dell’incolumità di persone e cavalli. Un segno di civiltà, che credo si ripeterà il prossimo anno, lavorando per perfezionare gli accorgimenti ed evitare eventuali ‘problemi’ verificatisi in questa edizione”. A guastare questo quadretto armonioso, primo passo verso un nuovo modo di pensare ed intendere la Cavalcata e il rapporto uomo-animale, un esempio negativo che, ancora una volta, ci giunge da don Ignazio La China, parroco della Parrocchia di S. Giuseppe. Al termine della premiazione dei vincitori della Cavalcata 2008, infatti, si è tenuta la consueta asta di S. Giuseppe, e tra i vari oggetti e leccornie offerti dai devoti, c’erano due conigli rinchiusi in una scatola, tanto che è stato impossibile vederli, tra la stupida ironia spicciola del ‘banditore’ che invogliava la gente a fare offerte sottolineando quanto siano buoni da mangiare e ridendo e scherzando stupidamente sul fatto che i conigli si muovessero freneticamente dentro il minuto scatolino, avendo chissà quali ormoni in corpo o ingerito chissà quanto viagra, senza nemmeno pensare lontanamente, invece, a quanto fossero atterriti. L’Oipa sperava che il parroco quantomeno non fosse a conoscenza della presenza dei coniglietti, ma purtroppo, a riconferma di quanto già emerso l’anno scorso, a seguito di una dura diatriba verbale tra la delegata Raffa e il parroco stesso proprio sulla concezione degli animali, il parroco ha semplicemente risposto, anzi non ha risposto, andandosene con un’aria di sufficienza, forse perché si trattava solo di due conigli, rinchiusi chissà da quanto tempo dentro quello scatolino piccolo e sballottati chissà come… senza considerarli creature di Dio, secondo quanto dicono gli stessi insegnamenti cristiani, nonché esseri senzienti secondo la legge. “Sarebbe stato bello se il parroco, anticipandoci, avesse chiesto ai fedeli di non offrire per l’asta animali, da ‘vendere’ e trattare come oggetti. Ciò non è avvenuto, ma quello che più mi rincresce – ha detto la delegata – è vedere quanta scarsa considerazione don La China abbia degli animali. Il fine non giustifica i mezzi, per cui gli introiti dell’asta alla parrocchia, qualunque sia l’impiego, fosse anche nobile, cui sono destinati, non giustifica la superficialità con cui è stata affrontata la questione. Dal momento che abbiamo appreso sulla pelle di due coniglietti che non si può dare per scontato nemmeno da parte di un prete, dunque, il rispetto della vita come dono, a qualunque specie appartenga, il prossimo anno chiederemo che non vengano maneggiati animali come giocattoli, chiusi in scatoli, in balia di rumori e quant’altro, dando, peraltro, un esempio ai bambini di scarsa considerazione degli animali. Ed approfittiamo di quest’occasione per chiedere alla Chiesa in generale, e dunque ai due vescovi del nostro territorio, Mons. Mariano Crociata e Mons. Paolo Urso, di intervenire sulla questione chiedendo ai preti di non usare mai più animali come oggetti in sorteggi, pesche, aste e quant’altro durante le feste patronali. Ritengo, da credente, che il Santo non abbia bisogno del sacrificio di nessuna creatura”.

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