SONO PENALIZZANTI PER IL MONDO PRODUTTIVO IBLEO IL GOVERNO REGIONALE RITIRI I DECRETI ATTUATIVI PER LE ZONE SIC

Condivisione pressoché unanime da parte del Consiglio generale del Consorzio ASI di Ragusa alla proposta del consigliere Gianni Stornello, avanzata nell’ultima seduta, di chiedere ufficialmente al Governo regionale il ritiro dei decreti attuativi della legge regionale 13 del 2007 riguardante l’esercizio di attività economiche nelle zone SIC (siti di interesse comunitario) fra le quali ricade l’agglomerato industriale Modica-Pozzallo. La legge velocizzava l’iter della valutazione di incidenza, obbligatoria sui progetti per la costruzione di opere di qualsiasi tipo, affidandone l’esame ai comuni. I decreti attuativi emanati dall’Assessore regionale al territorio Rossana Interlandi individuano invece nello stesso assessorato regionale l’unico soggetto in grado di esaminare le pratiche. “La prima conseguenza di questo vero e proprio pasticcio istituzionale – spiega Stornello – è che lo sportello unico per l’esame dei progetti, istituito al Comune di Modica e che subito dopo l’approvazione della legge lavorava all’esame dei progetti a seguito di un accordo fra i comuni di Modica e Pozzallo e l’ASI, sta inviando a Palermo le nuove pratiche. Immaginiamo già cosa succederà: tempi biblici per l’ottenimento della valutazione di incidenza (che è una sorta di valutazione di impatto ambientale) e reale possibilità da parte di parecchi assegnatari dei lotti dell’ASI di perdere i finanziamenti necessari a costruire i capannoni dove svolgere le attività imprenditoriali. In Consiglio generale abbiamo convenuto sulla necessità di porre con forza la richiesta del ritiro dei decreti attuativi. Per farlo con possibilità di successo – continua il consigliere Stornello – dobbiamo aspettare le elezioni, dopo le quali ci sarà un fronte molto vasto che va dagli imprenditori alle istituzioni, passando per uno schieramento politico trasversale, che vuole scongiurare i guasti creati dal connubio micidiale fra un visione caricaturale della tutela dell’ambiente e la burocrazia regionale. Un connubio che, nel caso specifico, è arrivato all’assurdo di emettere decreti attuativi di una legge in contrasto con lo spirito e la lettera della stessa legge cui i decreti si riferiscono”.

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