CONCESSIONI ILLEGITTIME PER IMPIANTI AL PORTO DI POZZALLO. IL GUP DI MODICA MANDA A GIUDIZIO EX COMANDANTE CAPITANERIA DI PORTO, IMPRENDITORE E FUNZIONARIO COMUNALE

Rinviati a giudizio i tre indagati nell’inchiesta riguardante i silos per il deposito di carburante del Porto di Pozzallo. Il Giudice per le Udienze Preliminari, Fabio Ciraolo, ha mandato a processo ordinario, fissato per il prossimo 11 giugno, l’ex comandante della Capitaneria di Porto, B.A., oramai trasferito in altra sede, V.M., amministratore unico della società a responsabilità limitata alla quale era stata rilasciata la concessione inquisita, e G.G., funzionario del Comune di Pozzallo. Devono rispondere di abuso d’ufficio che riguarda proprio la concessione per l’installazione di un serbatoio metallico fuori terra di 500 metri cubi, con opere murarie di basamento e contenimento in cemento armato, per i rifornimenti di combustibili all’interno dello scalo portuale della cittadina iblea rilasciata il 22 marzo del 2004. Gli impianti, che occupavano un’area del demanio marittimo di 1705 metri quadrati, nella banchina Caposaldo del Porto Commerciale, erano stati sequestrati per ben due volte su ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modica, Michele Palazzolo, a seguito di richiesta del Procuratore della Repubblica, Domenico Platania. Nei fatti sul luogo era già presente un impianto di distribuzione di carburanti su un’area di 470 metri quadrati, realizzato attraverso una concessione demaniale rilasciata dalla Capitaneria di Porto di Siracusa il 19 aprile del 2000. All’inizio di dicembre del 2005 la polizia aveva già eseguito al sequestro preventivo dei serbatoi fuori terra e delle opere murarie di pertinenza del deposito di carburante all’interno della struttura portuale pozzallese perché, a seguito di indagini, sarebbe emerso che la concessione per le forniture di carburanti sarebbe stata assegnata irregolarmente Qualche giorno dopo il Tribunale del Riesame di Ragusa, al quale si erano rivolti i legali dell’impresa proprietaria della struttura, aveva deciso di sospendere il provvedimento. Qualche giorno dopo il nuovo sequestro. L’inchiesta scaturì per via di alcuni esposti presentati all’autorità giudiziaria dalle imprese che avevano perso l’appalto. I silos sono di proprietà della società Vincenzo Moscuzza e C. srl.

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