Dichiarazione dell’On. Ammatuna sul referendum per l’ampliamento del territorio del Comune di Pozzallo.

“Il referendum sull’allargamento del territorio del Comune di Pozzallo è una battaglia avviata già cinque anni fa, ma non va considerata ancora conclusa. Occorre essere cauti, non commettere errori e seguire le procedure con molta attenzione, così come è stato fatto nel recente passato. In questi anni sono state tantissime le iniziative e gli incontri tenutisi a Palermo, anche alla presenza del Comune di Modica, nel corso dei quali il Comune di Pozzallo ha sempre assunto comportamenti ineccepibili, non ha commesso alcun errore perché ne bastava soltanto uno per compromettere l’intero risultato finale. L’indizione della consultazione referendaria è un passaggio fondamentale ma non è ancora l’atto conclusivo, perché esiste la possibilità – perfettamente legittima – che il Comune di Modica si opponga alla sua effettuazione avanti al Tribunale Amministrativo Regionale, facendone così slittare i tempi di esecuzione. In ogni caso i tempi le previsioni per l’effettuazione della consultazione popolare non saranno così brevi – certamente non le poche settimane come sostenuto da qualcuno – ed in questo periodo occorre tenere alta l’attenzione per non incappare in errori che renderebbero vano tutto l’operato svolto. Certo, non si può dimenticare che questo è il risultato di cinque anni di lavoro svolto, con impegno quasi quotidiano, da parte della trascorsa Amministrazione comunale e del sottoscritto nella veste di primo cittadino di Pozzallo che, insieme ad un gruppo di Sindaci, non ha esitato a minacciare prima l’occupazione dell’Ars e poi a metterla in atto pur di fare approvare la legge regionale che rende possibile, adesso, l’indizione del referendum. Settimanalmente da Sindaco prima e da parlamentare regionale poi, sono stato sempre in contatto con gli uffici regionali competenti fino ad arrivare all’ottenimento della comunicazione della chiusura del procedimento istruttorio, atto essenziale per l’emanazione del decreto che, a questo punto, è diventato un atto dovuto. Non ho mai pensato in tutti questi anni alla proposta di variazione territoriale come ad una battaglia di retroguardia, di piccolo municipalismo, ne ho mai intravisto nell’Amministrazione comunale di Modica l’avversario da battere, perché ritengo che fra enti pubblici la collaborazione istituzionale sia fondamentale e spero che questo atteggiamento continui a prevalere anche adesso. In questa fase ormai, il referendum diventa la mera applicazione di una legge e non l’esito di una disputa fra campanili, fra realtà territoriali che devono continuare a collaborare pienamente fra loro. La consultazione referendaria è un atto di democrazia, un modo per dare ai cittadini la possibilità di autodeterminarsi, di scegliere loro stessi a quale territorio appartenere. Da questo punto di vista il referendum è già una vittoria, aldilà del risultato che poi scaturirà dalla volontà dei cittadini interessati dalla consultazione, perché siamo davanti alla forma massima di coinvolgimento della gente sulle scelte fondamentali per il territorio”.

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