MODICA: LA GDF SEQUESTRA OPIFICIO IN CONTRADA FARGIONE, NELLA ZONA INDUSTRIALE ASI MODICA-POZZALLO

A vedere l’impianto dall’esterno, l’impressione è di una struttura abbandonata da anni.
Qualcuno, addirittura, si sarebbe informato per l’eventuale acquisto. Commercianti ed imprenditori che operano nell’area in cui è stato sequestrato l’impianto di Contrada Fargione, nell’area di Maganuco, frazione balneare di Modica, sapevano che, invece, era operativa.
Di sicurezza manco a parlarne. Basti pensare che all’arrivo della Guardia di Finanza, i tre operai trovati, e tra questi uno solo era italiano, lavoravano in calzoncini e maglietta laddove, invece, al di là della fatiscenza degli impianti, sarebbe necessario utilizzare tutti i mezzi necessari per la salvaguardia dell’incolumità personale.
La Rimaplast, società catanese titolare dell’impianto per il recupero e lo smaltimento di plastica dimessa, si sarebbe disinteressata delle leggi in materia di sicurezza. Da più parti veniva, poi, lamentato lo sversamento dei reflui di lavorazione che si riversavano nei terreni circostanti all’opificio, perché le condotte erano inidonei.
Adesso la Procura della Repubblica di Modica, che coordina l’indagine, farà sicuramente eseguire le necessarie analisi per verificare lo stato di pericolosità delle acque residue che bagnano l’area circostante l’opificio.
Il loro contatto con il terreno potrebbe essere pericoloso per la salubrità dell’intera zona essendo limitrofa non solo ad altre industrie, anche alimentari, ma anche a complessi abitativi e alla costa che va da Pozzallo a Marina di Modica.
Le indagini, in ogni modo, tendono anche ad identificare quelle società o anche privati che hanno intrattenuto rapporti di lavoro con la Rimaplast e verificare se le parti hanno agito, almeno sotto l’aspetto fiscale, con la necessaria regolarità documentale.

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