Solidarietà internazionale. Al via il progetto di accoglienza dei minori della Bielorussia

Ininterrottamente dal 1995, ogni estate, la Provincia Regionale ospita i bambini della Bielorussia per un soggiorno che varia da 1 a 4 mesi, in collaborazione con i comuni di Ragusa, Modica, Scicli, Monterosso, Acate, Ispica, Santa Croce e Pozzallo. E’ un’iniziativa di solidarietà internazionale che si è consolidata con gli anni in favore dei bambini che vivono nella nazione colpita dalla tragedia di Cernobyl. Il progetto di solidarietà internazionale, attuato in collaborazione con l’associazione provinciale “Amici dei Bambini della Bielorussia”, si snoda lungo 4 progetti (Ragusa 4, Ragusa 3, Ragusa 2, Ragusa 1) che prevede a seconda dell’opzione scelta l’arrivo dei bambini per un periodo più o meno lungo. Sono già arrivati 12 bambini che sono stati accolti da diverse famiglie della provincia di Ragusa, altri 30 ne arriveranno il 27 giugno e complessivamente alla fine del progetto ne saranno stati ospitati 75. Si tratta di una valida iniziativa di solidarietà che conferma la validità dell’iniziativa e la bontà della popolazione iblea. “Gli obiettivi dei progetti di solidarietà internazionale – afferma il neo assessore ai servizi sociali Raffaele Monte – quali il miglioramento della condizione di benessere dell’infanzia è un preciso dovere di una comunità ospitale e solidale come quella iblea. La Bielorussia è un paese che ancora soffre delle conseguenze del disastro nucleare di Chernobyl , con problemi di povertà e di insufficienza alimentare, con poche possibilità di lavoro per i giovani. E sono soprattutto i significati più profondi di questa iniziativa, come la promozione di una cultura di pace attraverso un’accoglienza vera ed affettuosa e l’apertura delle nostre famiglie ai bambini a darci la forza per continuare in quest’opera volontaria di solidarietà internazionale che è bene rimarcarlo trova una compiuta realizzazione da anni in provincia di Ragusa anche grazie all’apporto di famiglie aperte e disponibili. 75 bambini vengono accolti da noi e migliaia in Europa ogni anno, concretizzando, attraverso questo atto di solidarietà, la speranza di un cambiamento in quel paese che per primo ha pagato le conseguenze soprattutto sociali e psicologiche di un evento che ha segnato la storia”.

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