EX CALCIATORE DECEDUTO DOPO UN MALORE. MODICA: PERITO GETTA OMBRE SULL’EQUIPE MEDICA

Ci sono responsabilità dei medici del Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore di Modica, in servizio al momento del primo ricovero del cinquantenne attacchino del Comune di Modica, Gianni D’Angelo, deceduto la sera del 29 ottobre scorso. Queste le conclusioni tratte dal consulente tecnico d’ufficio, Salvatore Coco di Siracusa, nominato dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Francesca Aprile, per stabilire le cause della morte dell’ex portiere di Modica, Scicli, Comiso e Aquila Grammichele. Sarebbero stati esclusi da ogni responsabilità i medici dei turni successivi. Secondo il perito, ci sarebbe stata un’elevata possibilità che D’Angelo potesse salvarsi, ma non furono eseguite le cure necessarie per “arginare” il problema accusato dalla vittima, i cui familiari, la moglie, Ivana Di Lorenzo, ed i figli, si sono affidati al patrocinio dell’avvocato Carmelo Ruta. Di prima mattina Gianni D’Angelo si recò con la propria autovettura presso il nosocomio accusando problemi di respirazione. Fu sottoposto alle prime cure e rimandato a casa. Il problema, però, non fu risolto e l’uomo andò per altre due volte in ospedale accusando dolori al petto. I controlli eseguiti ed anche l’elettrocardiogramma non fecero rilevare nessuna anomalia ma nella stessa serata, dopo che gli era stata somministrata una flebo che aveva attenuato i dolori, l’uomo era crollato a terra privo di vita. Nei fatti, secondo l’esame autoptico, il cinquantenne sarebbe deceduto per una grave insufficienza respiratoria derivante da problemi cardiaci. Per giungere alle conclusioni della perizia, il dottor Coco ha dovuto chiedere ben tre proroghe. Com’è noto la Procura nominò, all’epoca, un pool di periti, scegliendo, per l’appunto, Coco ed il cardiologo Giuseppe Vinci. Con la prima ipotesi fatta nell’immediato, la morte era stata attribuita ad un aneurisma dell’aorta che avrebbe potuto riscontrarsi attraverso una Tac che non sarebbe stata eseguita. A questo punto sarà la magistratura inquirente ad assumere i necessari provvedimenti sulla vicenda, proprio alla luce delle determinazioni del consulente tecnico.

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