Furto alla sede dell’Università presso il San Martino a Modica Alta

Avrebbero potuto fare, indisturbati, razzìa di computer, documenti e attrezzature varie, invece si sono accontentati di pochi computer, quasi la loro intenzione fosse solo quella di lasciare un segnale. Ammontano a circa 5 mila euro i danni perpetrati presso la sede dell’Università di Via San Martino a Modica Alta. Ignoti hanno agito nella notte tra venerdì e sabato. Diverse le ipotesi d’azione ma la più percorribile sembra essere quella che qualcuno degli autori sia rimasto nascosto all’interno dell’ex Ospedale San Martino già dal pomeriggio precedente. Non si spiega, infatti, come mai le porte presentino effrazioni dall’interno. Un’azione, come si diceva, che ha delle stranezze. In primo luogo, i malviventi hanno visitato il primo piano dello stabile e precisamente l’Aula di Informatica dove si trovavano una quarantina di computer di ultima generazione. Hanno portato via solo un monitor con schermo ultrapiatto. Poi si sono spostati al secondo piano e qui non hanno toccato nulla pur se erano presenti computer portatili e videoproiettori di un certo valore economico. Successivamente hanno raggiunto il terzo piano entrando all’interno della segreteria, impossessandosi del computer in uso al professore Giuseppe Barone. Hanno, quindi, spostato dalla sua naturale allocazione un televisore di scarso valore, trasferendolo al centro del corridoio ed hanno smontato il mobiletto sul quale era posato. Visitato anche l’ufficio del preside Licciardello, portando via un computer. Tra le altre cose prese di mira un computer sul cui server si stava lavorando per realizzare il sito internet del professore Barone. Prese di mira anche le scrivanie dei professori Giancarlo Poidomani e Margherita Bonomo. Non è di secondo piano il fatto che Barone, Poidomani e Bonomo sia interessati alla prossima competizione elettorale nelle file del centrosinistra, il primo addirittura quale candidato a presidente della Provincia Regionale di Ragusa, anche perché l’azione delinquenziale non pare possa essere opera di studenti interessati a “migliorare” la carriera universitaria visto che non sono stati toccati documenti e registri. Un fatto è certo: gli autori hanno cercato di depistare gli inquirenti perché hanno forzato tutte le porte esterne, danneggiato quasi tutte le porte interne, comprese quelle antipanico e quelle dei bagni. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Polizia insieme ai colleghi della sezione Scientifica, per i rilievi e per iniziare le indagini. C’è chi riconduce questi fatti ad un avvertimento politico, c’è chi lo vuole ridimensionare. Gli inquirenti stanno lavorando per fare luce su questo anche perché non si spiega come mai i malviventi abbiamo portato via pochissimi computer, peraltro prelevati dai piani superiori, e non i quaranta dell’aula di Informatica che si trovavano al primo piano, dal momento che il trasporto era più agevole anche perché l’ascensore del palazzo era chiuso.

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