CORTE D’APPELLO DI CATANIA ASSOLVE PRESIDENTE DI UNA COOPERATIVA ISPICESE, GIA’CONDANNATO IN PRIMO GRADO

Assolto in appello, Carmelo Alfano, l’ispicese condannato in primo grado dal Tribunale di Modica il 30 maggio del 2005 a sei mesi di reclusione, l’accusa di aver chiesto soldi per un posto di lavoro. La Corte d’Appello di Catania ha, dunque, accolto il ricorso presentato dall’avvocato Salvatore Bucchieri del Foro di Ragusa, avverso la sentenza pronunciata del giudice onorario del Tribunale di Modica, Paolo Castello, ritenendolo colpevole di appropriazione indebita nei confronti di G. N., giovane assunto da una cooperativa dove Alfano ne era stato il presidente. Il processo scaturì da una denuncia di G. F., padre del giovane lavoratore, il quale accusava Alfano di aver intascato 153 milioni di vecchie lire per sistemargli il figlio presso la cooperativa Coopfil. I giudici catanesi hanno, dunque, ribaltato la sentenza di primo grado sentenziando un non luogo a procedere perchè mancavano in toto i presupposti per aprire un procedimento penale contro Alfano. “In altre parole – dice l’imputato – non poteva ne doveva cominciare il processo penale di prima istanza. Le conclusioni fanno emergere, invece, accenni persecutori, contro il sottoscritto. Una vicenda che ha toccato la mia reputazione”. Carmelo Alfano, a Ispica, ha ricoperto, negli anni 90, i ruoli di consigliere comunale ed assessore ai Servizi Sociali ed oggi svolge importanti ruoli ecclesiali, quale responsabile della liturgia nella sua parrocchia nonché ministro straordinario dell’Eucarestia. E’ cavaliere dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed è un preparato funzionario regionale, il quale in questi due anni intercorrenti dalla sentenza di condanna del tribunale di Modica, alla sentenza assolutoria della Corte di Appello di Catania, è stato continuamente bersagliato con lettere anonime dai toni beceri ed offensivi. Alfano, in un primo momento, era stato accusato di truffa, ma il reato fu derubricato in appropriazione indebita. ”. Il difensore di Alfano aveva fatto rilevare, in precedenza, che nel settembre 2001 l’ex dipendente della cooperativa era stato sanzionato in base alla legge antiriciclaggio perché agli atti risultava un versamento di 80 milioni di lire alla Coopfil.

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