I bagnini di Maganuco respingono le accuse riguardo la morte del giovane Micaele Cannata

I bagnini di stanza a Maganuco respingono le affermazioni del capogruppo consiliare del Movimento per l’Autonomo, Carmelo Scarso, sui ritardi nei soccorso al giovane Micaele Cannata, annegato nelle acque antistanti la frazione balneare, il diciassette agosto scorso. Il rappresentante consiliare ha stilato una lettera aperta inviata agli amministratori della provincia di Ragusa, nella quale ha chiesto di effettuare meno spese voluttuarie per garantire maggiori postazioni di soccorso lungo gli arenili. Scarso ha parlato della presenza di uno solo bagnino al servizio di una struttura ricettiva privata a Maganuco. Carmelo Cannizzaro e Stefano Iacono, i due bagnini che hanno svolto servizio lungo l’arenile di Maganuco, smentiscono quanto asserito da Scarso. “Eravamo in servizio quando è accaduta la tragedia – affermano i due bagnini – e, non appena ci siamo accorti di quanto stava accadendo, siamo immediatamente accorsi insieme al collega”. I due bagnini stazionano al centro della spiaggia e, dunque, a circa cinquecento metri dalla scogliera dove si è consumata la tragedia. Dopo avere soccorso Micaele Cannata, Carmelo Cannizzaro ha effettuato il massaggio cardiaco, mentre, Stefano Iacono ha utilizzato l’attrezzatura in dotazione per rianimare il giovane, per il quale, però, non c’è stato nulla da fare. “Abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità – concludono i due bagnini – e non accettiamo quanto asserito da chi probabilmente, non era sul posto quando è annegato Micaele Cannata”. Quest’anno, a Maganuco, in effetti, è rimasta scoperta una postazione, quella che è sita nella parte iniziale della spiaggia. Quest’anno, infatti, lo chalet è rimasto chiuso e, dunque, il servizio non è stato garantito

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