Circolano voci inquietanti sul destino dell’ospedale “Maggiore” di Modica.
Voci che, se confermate, significherebbero la definitiva messa a morte del nosocomio modicano con conseguenze che, ad oggi, possiamo solo immaginare e di cui a pagare le spese sarebbero decine di migliaia di cittadini.
“Sembra infatti che il nuovo piano sanitario della regione – denuncia l’Anffas di Modica – preveda un declassamento dell’ospedale di Modica e l’elevazione, invece, degli ospedali di Vittoria e Comiso (in sostanza a Modica rimarrebbe la sola area emergenza, e cioè il pronto soccorso).
Sorvoliamo sulle responsabilità politiche di una simile misura (pur chiedendo risposte soprattutto in sede regionale) che non sono di nostra competenza, per esprimere la preoccupazione che ci sta maggiormente a cuore quale Anffas Modica: l’assistenza sanitaria per le persone con disabilità, nel nostro territorio, è già deplorevolmente carente; per le sole cure odontoiatriche per pazienti non collaboranti occorre recarsi a Catania, e questo è solo uno dei tanti viaggi che le famiglie sono chiamate a sostenere.
Questa misura non va a togliere anche quella soglia minima di assistenza su cui ancora si poteva fare affidamento? A seguito di colloqui con Aricò la nostra associazione era riuscita a far approvare all’ASP 7 una carta dei servizi che avrebbe dovuto garantire delle misure atte a rendere gli ospedali del territorio più a misura “di disabilità”.
A che servono però, proclami e documenti e riunioni, se poi vengono soppressi i servizi che, da queste interlocuzioni, dovrebbero risultare più efficienti ed efficaci per tutti, con o senza disabilità?
Sembra di ripercorrere la storia di Mudoc, gigante la cui storia ci viene tramandata dalla tradizione, di indole buona e pacifica ma altrettanto indolente ed apatica, che ben poco poté (o volle fare) quando i buoi che con tanta pazienza pasceva gli vennero sottratti da un invidioso Apollo.
Poiché non riusciamo ad arrenderci a quello che è un vero e proprio saccheggio del nostro territorio, da cui nemmeno le strutture più essenziali riescono a rimanere indenni, vogliamo chiudere questa nostra suscitando una riflessione ai vertici dell’ASP e della regione: dato che Scicli e Modica rimarranno ben presto dotate solo dell’area emergenza, perché non restituire un po’ quanto è stato tolto alla collettività creando un polo ospedaliero di eccellenza per la disabilità? Gli esempi non mancano (Troina su tutti) basterebbe una visione politica “costruttiva” e non “distruttiva”, seguendo gli esempi virtuosi di chi eccellenze le ha già create”.