Pericentro Ragusa scrive al Prefetto e al Ministro Minniti dopo i momenti concitati in Consiglio Comunale

La conferenza stampa di questa mattina Pericentro

Una condanna. Dura. Senza se e senza ma. E la consapevolezza che non è questo il modo di fare politica. Dopo il momento caldo dell’altra sera in Consiglio comunale a Ragusa, questa mattina, in conferenza stampa, l’associazione Pericentro, rappresentata dal presidente Peppe Calabrese, con i componenti del direttivo

Nanni Frasca, Gianni Carfì, Natalia Palazzolo e Francesca Schembari, che sono intervenuti a dire la loro, oltre a tutti gli altri che erano presenti, ha annunciato che si rivolgerà al prefetto e al ministro dell’Interno, Marco Minniti, per denunciare la mancanza di agibilità democratica all’interno di palazzo dell’Aquila “dove in cinquant’anni – hanno sottolineato gli esponenti dell’associazione – non si era mai visto che un presidente del Consiglio comunale non concedesse una sospensione per discutere assieme ai cittadini i bisogni che questi ultimi avevano sollevato”. Momenti concitati quelli dei giorni scorsi nell’aula consiliare solo perché è stato chiesto di incontrare il sindaco Federico Piccitto allo scopo di sottoporgli gli interrogativi legati a comprendere le ragioni che hanno impedito l’appostamento in bilancio delle somme necessarie per la realizzazione della condotta fognaria a Puntarazzi quando, invece, gli impegni presi erano stati completamente differenti. “Basti pensare – ha sottolineato Calabrese – che, a oggi, non abbiamo ancora un appuntamento con il primo cittadino. Per ottenerlo c’è addirittura la Digos che si sta facendo nostro tramite. Siamo all’assurdo. E meno male che parliamo dei rappresentanti di un movimento politico che dovrebbero avere come loro principio ispiratore quello di confrontarsi con la base dell’elettorato. E, invece, niente”. E’ stato chiarito che nel corso delle fasi più concitate, alcuni cittadini sono stati strattonati, verosimilmente perché aizzati in questa direzione dal presidente del civico concesso, da alcuni agenti della polizia municipale ai quali è stato richiesto di sgombrare lo spazio dell’aula riservato al pubblico. “Per un attimo – ha aggiunto Calabrese – ci siamo sentiti come all’interno di un regime, senza avere la possibilità di dire la nostra. Qualcuno ha rischiato di farsi male sul serio. E questo è inconcepibile per una realtà associativa, quale è la nostra, che ha solo chiesto spiegazioni rispetto a scelte che sono state fatte e che continuano a penalizzare in maniera fin troppo evidente le periferie”. La mancanza di democrazia e la pessima gestione dei lavori in Aula al centro delle contestazioni sollevate dai dirigenti di Pericentro che, comunque, hanno assicurato che non finirà qui. “Consigliamo, anzi, al presidente del Consiglio, Antonio Tringali, in considerazione del fatto che ha una casa in campagna su verde agricolo, e che quindi come le altre in zona dovrebbe essere sprovvista di servizi – ha continuato Calabrese – di aderire alla nostra associazione per rivendicare il fatto che, nel 2017, non è ancora possibile confrontarsi con problematiche del genere. Poi intendo rispondere anche al consigliere Maurizio Tumino che ha sostenuto che quella gente sarebbe stata portata in Aula dal sottoscritto per motivi strumentali legati al periodo elettorale. Credo che Tumino intanto offenda i cittadini in questione perché evidentemente non li ritiene abbastanza intelligenti e poi, prima di parlare, ergendosi ad oppositore dei Cinque Stelle, forse solo a parole, dovrebbe ripensare a tutte le volte che lui, assieme al suo gruppo, entrando o uscendo dall’aula, è riuscito a garantire la salvezza a questo sindaco. Quindi dovrebbe dire a tutti qual è il prezzo politico che sarà pagato. Ma questo aspetto, a noi di Pericentro, non interessa. Possiamo, piuttosto, dire a Tumino, così come a tutti gli altri, che noi andremo avanti nella nostra battaglia civica sino a quando non arriveranno le risposte che attendiamo ormai da tempo. E’ così complicato avere un semplice confronto con il sindaco di questa città su una materia di interesse generale? Chissà, forse è questa la domanda che tutti coloro che ci criticano dovrebbero porsi”.
 
In foto, da sinistra Carfì, Sebastiano Lupo, Schembari, Frasca, Calabrese, Palazzolo, Maria Criscione, Floriana Scrofani, Isabella Giusto

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