Una Nuova Prospettiva. “Un silenzio molto inquietante è calato sul tema della gestione dell’acqua in provincia di Ragusa”

acqua

Un silenzio molto inquietante è calato sul tema della gestione dell’acqua in provincia di Ragusa e neppure l’onnipresente voce dei candidati alle elezioni regionali è servita a portare un po’ di chiarezza sulla vicenda.
I membri dell’Assemblea Territoriale Idrica (ATI), ovvero i sindaci dei dodici comuni del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, ente territoriale che ha sostituito la provincia, si apprestano ad aggiornare il Piano d’Ambito, ovvero il documento che opera la ricognizione delle opere e delle infrastrutture esistenti, predispone il programma degli interventi, individua il piano di gestione e di organizzazione, definisce il modello gestionale, fissa la tariffa ed elabora il piano economico finanziario.
Entro il 18 novembre prossimo, come richiesto dall’Assessore all’Energia dell’attuale governo regionale, guidato da Rosario Crocetta, le ATI siciliane dovranno provvedere all’aggiornamento dei vecchi piani d’ambito (il nostro era stato aggiornato nel 2010) e alla successiva adozione, pena il commissariamento delle ATI stesse.

Dopo avere proceduto all’insediamento dell’assemblea, il 31 marzo dello scorso anno, e alla nomina, nelle sedute successive, del Presidente, del Consiglio Direttivo e del Vice Presidente, oggi si è in attesa di conoscere l’esito dell’avviso pubblico per la nomina del Revisore Unico dei Conti.

“A distanza di meno di un mese dalla scadenza imposta dall’assessorato nulla – denuncia Piero Gugliotta di Una Nuova Prospettiva – è dato sapere circa l’aggiornamento del Piano d’Ambito e non risultano dichiarazioni dei primi cittadini riguardo la scelta di gestione del servizio idrico integrato che, è bene ricordare, prevede, oltre le tre forme “canoniche”, pubblica (in house), privata e mista, anche la possibilità della gestione affidata ad un Ente di diritto pubblico (Azienda speciale o Consorzio tra Comuni).
Quello che, invece, emerge in tutta la sua scandalosa gravità è l’assenza del Comune di Modica a tutte le sedute dell’ATI, se si esclude quella di insediamento, nella quale, peraltro, l’assessore presente era sprovvisto di delega e pertanto non in condizioni di partecipare al voto.

Assenza che viene fatta notare anche al momento della nomina dei membri del Consiglio Direttivo, allorquando, come si legge nel verbale della seduta, si evidenzia la costante assenza del Comune di Modica e quindi l’inopportunità di proporlo in un organismo che richiede disponibilità e costanza di partecipazione.

Riteniamo gravissimo questo atteggiamento tenuto dal sindaco Ignazio Abbate e dalla sua amministrazione, in quanto tradisce il mandato che i cittadini gli hanno conferito e che gli attribuisce il compito di mettere al primo posto gli interessi della collettività, soprattutto quando si tratta di beni comuni, ovvero di quei beni che, come l’acqua, hanno come funzione precipua il soddisfacimento dei diritti fondamentali dell’individuo.

Evidentemente il Sindaco Abbate e la sua giunta nel corso di questo ultimo anno e mezzo sono stati distratti da argomenti e da temi più importanti, eppure, quando si tratterà di decidere la forma di gestione e poi le tariffe, i cittadini modicani gliene chiederemo conto e ragione.

I modicani siamo stati in prima fila nella battaglia referendaria del 2011 – prosegue Gugliotta – e ancor prima nella lotta che portò la provincia di Ragusa, tra le poche della Sicilia, a non affidare la gestione del Servizio Idrico Integrato e a deliberare per la costituzione di una società pubblica per tale gestione.

E insieme ai modicani i cittadini di tutti i comuni, con in prima fila gli studenti, i sindacati, le associazioni, la Chiesa e alcuni partiti e movimenti politici, si impegnarono in quella che fu la strenua difesa di un bene comune importante come l’acqua.

A queste persone, oggi, vogliamo rivolgerci per dire loro di tornare ad alzare il livello di attenzione e di guardia, perché gli appetiti economici attorno alla gestione dell’acqua sono sempre molto forti e voci ben informate ci dicono che, nel silenzio, c’è chi lavora per accaparrarseli.

Torniamo a farci sentire e, intanto, chiediamo ai candidati all’Assemblea Regionale Siciliana di inserire il tema della gestione pubblica dell’acqua nei loro programmi, perché non possiamo accettare che quanto decretato con il voto referendario del 2011 venga stravolto da logiche di profitto che nulla hanno a che vedere con il bene comune e, principalmente, che questo accada per indolenza o colpa di funzionari e politici della Regione.

Chiediamo ai candidati di esprimersi chiaramente sulla forma di gestione dell’acqua in provincia di Ragusa; dicano con chiarezza se sono per una gestione completamente pubblica, affidata ad una azienda speciale o ad un consorzio tra comuni, o se, invece, vogliono provare a far passare la privatizzazione sotto le mentite spoglie della società mista a “finta” maggioranza pubblica.

Chiediamo a tutti i sindaci di informarci e di esprimersi circa la loro posizione al riguardo”.

Modica, 23 ottobre 2017

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