Un vecchio adagio recita che la Storia è maestra di vita.
Io non so se i mass media, che dovrebbero essere culturalmente adeguati, sanno di questo adagio e dell’insegnamento che ne discende. Un fatto è certo: non ne tengono conto.
Eppure rifacendosi all’esperienza e all’insegnamento della Storia non sarebbe difficile leggere i fatti che contrappongono la Spagna e una sua regione, la Catalogna.
Da una parte sta la Spagna, le cui ragioni sono assistite dalla sua Carta Costituzionale, che è quanto dire dalla legalità; dall’altra parte la Catalogna, assistita da un risultato referendario incostituzionale, che è quanto dire dalla illegalità.
Se così è, possiamo argomentare in termini lineari e semplici, ma non semplicistici, che il risultato sarà quello di una rivoluzione se la Catalogna otterrà l’indipendenza, oppure di una attività sovversiva e terroristica se prevarrà lo Stato di diritto spagnolo.
Qualcuno penserà che uso argomenti forti ed eccessivi. A mio parere, così non è. Non dobbiamo pensare che per fare una rivoluzione siano necessari armi e morti come nel passato. Potrebbe bastare anche un’azione indolore e, perché no, anche la volontà popolare. Né dobbiamo pensare che quanti combattono per un cambiamento radicale qual’è l’indipendenza di un territorio siano pregiudizialmente sovversivi e terroristi.
La differenza, molto sostanziale, sta nel risultato più che nel fine che i protagonisti si pongono.
Infatti, i protagonisti di una rivoluzione vittoriosa saranno considerati padri della Patria ed eroi; quelli di una rivoluzione fallita saranno considerati sovversivi e terroristi.
In conclusione si impone una domanda: Puigdemont, leader catalano, è un rivoluzionario o un sovversivo terrorista? ….Chissà!
Avv. Carmelo Scarso