Il consiglio comunale di Modica ha approvato il bilancio di previsione 2017. L’analisi di D’Antona(Sel)

Foto consiglio comunale

La maggioranza consiliare, dopo quattro ore di dibattito e oltre cinque mesi di ritardo, ha approvato il bilancio di previsione 2017.
“Una seduta – lamenta il consigliere di Sel, Vito D’Antona – caratterizzata dall’assenza dell’Assessore al Bilancio. Alla richiesta di sapere se era fondata la notizia delle dimissioni, da parte del Sindaco e della maggioranza non c’ è stata alcuna risposta.
Dallo strano silenzio e in assenza di doverose e rispettose informazioni ufficiali al Consiglio, riteniamo (salvo smentita non ancora pervenuta) sia lecito supporre che sia fondata la notizia delle dimissioni dell’Assessore il quale avrebbe preso le distanze in modo plateale dalle scelte finanziarie di Abbate.

Da parte del Sindaco e della sua maggioranza nemmeno una parola spesa sui ripetuti, gravi e preoccupanti ritardi nei pagamenti: dai due mesi dei dipendenti comunali, ai quattro dei lavoratori della Spm ai quindici mesi delle cooperative sociali, fino ai fornitori del Comune.
Anzi, a dispetto dei dati di bilancio – prosegue l’esponente di opposizione – ancora una volta abbiamo assistito ad interventi rivolti ad assicurare che la strada del risanamento prosegue a gonfie vele, richiamando continuamente il passato, come se fossimo all’inizio del mandato, e senza tenere conto che in quattro anni sono state bruciate occasioni quali il Piano di riequilibrio e 64 milioni di euro per pagare i debiti pregressi; mentre nessun accenno alle interlocuzioni con la Corte dei Conti, la quale, ricordiamo, per la prima volta si è rivolta alla magistratura per eventuali inadempienze sul Piano di riequilibrio.
Quello che è venuto fuori ieri sera riteniamo sia un bilancio le cui previsioni, nella parte delle entrate, dalla Tarsu, al canone idrico, all’imposta di soggiorno, sono impossibili da realizzare se solo si mette a confronto la percentuale di riscossione durante l’anno 2017 sui crediti al 31 dicembre 2016.
La difficoltà e la lentezza nella riscossione – conclude D’Antona – intrecciata con la previsione in bilancio dell’anticipazione di cassa di 25 milioni di euro, di cui già oggi utilizzata, come è stato confermato durante il dibattito in aula, per oltre diciottomilioni di euro, non solo rappresenta il contrario di quello che pretende la Corte dei Conti, ma anche, per gli inevitabili interessi passivi una tassa occulta a carico dei cittadini, a dispetto della propaganda sulla bassa tassazione.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa