Strage di San Basilio a Vittoria, niente confronto con il boss

tribunale

Alla sbarra per una carneficina. Quella entrata nella storia della mafia siciliana come la strage di San Basilio a Vittoria. Con cinque vittime, tre stiddari vittoriesi e altre due estranee a ogni dinamica della criminalità organizzata. Solo clienti di un bar che hanno avuto la sfortuna di trovarsi nel posto sbagliato nel momento più inopportuno.

E per quella mattanza – in questo troncone processuale che non è il solo legato a questo fatto di sangue – due sono gli imputati. Uno, il boss, perché ritenuto il mandante della stessa strage di Vittoria, l’altro perché avrebbe saputo e partecipato a qualche fase preparatoria. Tutti e due, ieri, sono tornati sotto accusa , senza non pochi sussulti in avvio d’appello.
Sono colui che è indicato come il capomafia di Mazzarino, Giuseppe Selvaggio (difeso dall’avvocato Ernesto Brivido) e Claudio Calogero Cinardo anch’egli mazzarinese (difeso dagli avvocati Mario Brancato e Roberto Di Dio).

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