Legambiente. Alluvioni: disastri innaturali I cambiamenti climatici, la sconsiderata gestione del territorio, la mancanza di un’efficace politica di prevenzione e di convivenza con il rischio alla base delle tragedia

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Una gestione sbagliata del territorio e la scarsa considerazione delle aree considerate ad elevato rischio idrogeologico, la mancanza di adeguati sistemi di allertamento e piani di emergenza per mettere in salvo la popolazione, insieme ad un territorio che non è più in grado di ricevere precipitazioni così intense, sono i fattori che trasformato un violento temporale in tragedia. In Sicilia sono ben 360 su 390 i comuni in cui sono presenti aree esposte a rischio idrogeologico

( rapporto dissesto idrogeologico ISPRA 2015 ) . Praticamente nove su dieci. Le calamità che hanno colpito la Sicilia negli anni scorsi, provocando purtroppo molte vittime e danni rilevanti, testimoniano di quanto sia urgente e prioritario intervenire cambiando radicalmente le modalità di gestione del territorio, evitando di costruire nelle aree a rischio, delocalizzando, dove possibile, le strutture presenti in zone ad elevato pericolo di frane e alluvioni e pianificando interventi di messa in sicurezza seri che non siano alibi per continuare ad edificare, ma che sappiano rispettare la naturalità dei corsi e dei versanti montuosi. Questi fatti mettono in luce come il territorio siciliano sia sempre più fragile: ormai semplici temporali, anche non particolarmente intensi, possono provocare nel migliore dei casi allagamenti e disagi alla popolazione, ma anche vere e proprie tragedie. L’abusivismo e ma soprattutto la pesante urbanizzazione che ha subito e subisce la regione, in particolare lungo i fiumi, i torrenti e le fiumare, ma anche in aree dissestate e in prossimità di versanti franosi, appare come la problematica principale con cui oggi è improrogabile fare con serietà i conti. La provincia di Ragusa non sfugge a questo desolante quadro. Non c’è manutenzione dei canali nell’Ispicese , si è costruito dentro i torrenti ad alto rischio a Modica anche se le carte, PAI , rassicuravano. Ed ora gli stessi che hanno causato il disastro chiedono che la regione paghi i danni. Legambiente chiede con forza che si apra un’inchiesta su via Fontana a Modica e sul disastro che l’ha devastata perché eventi come quello del 23 gennaio rimangano semplici fenomeni naturali e non si trasformino in situazioni che mettono a rischio la vita delle persone .

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