Crescente e preoccupante fenomeno della ludopatia in provincia di Ragusa

No al gioco d'azzardo

Il gioco d’azzardo in Italia, nella nostra Regione, in provincia di Ragusa ed a Modica assume sempre più i connotati di una emergenza e piaga sociale che, a poco a poco, sta portando alla rovina interi nuclei familiari.
Alcuni dati, economici e sociali, possono dare l’idea della vastità della portata del fenomeno.
L’industria del gioco d’azzardo è la terza impresa italiana con un fatturato, nel 2014, di 103 miliardi di euro, pari al 4% del PIL nazionale: i suoi evidenti prodotti principali sono: degrado, dipendenza, solitudine e miseria.

L’Italia si pone al 1° posto in Europa, ed al 3° nel mondo, tra i paesi che giocano di più, con una spesa pro capite (neonati compresi) di oltre 1.260 euro.

In Sicilia si spendono 5,5 miliardi l’anno, circa 1.000 euro a persona, mentre in provincia di Ragusa, dove si registrano 700 punti giochi (nel 2.000 erano appena 70), si spendono 821.000 euro al giorno, una ricchezza che, invece di essere investita localmente, approda ad altri lidi lontani dal nostro territorio il quale viene ulteriormente impoverito e defraudato.

A fronte di facili incassi per l’erario (lo Stato incassa 8 miliardi di euro di tasse dal gioco d’azzardo), si hanno dei costi sociali enormi: 6 miliardi sono le risorse che lo Stato spende per curare le oltre 800.000 persone (ma se ne stimano tre milioni), a carico delle Aziende Sanitarie, affette da ludopatia; famiglie distrutte che perdono tutto fino ad arrivare al mercato dell’usura e della criminalità organizzata che sfrutta, per fini di arricchimento, queste drammatiche situazioni.

In Sicilia si stimano 88.000 giocatori patologici ed in trattamento ve ne sono 1.049, mentre nella nostra provincia si registrano 130 famiglie in cura presso l’ASP e si stimano 4.500 persone affette da dipendenza da gioco.

La legalizzazione del gioco d’azzardo non ha intaccato il fatturato illegale che si aggira attorno ai 10 miliardi di euro spartiti tra i 41 clan che gestiscono il mercato illegale.

I ceti sociali più vulnerabili sono quelli che vivono di sussidi, pensioni o redditi comunque ridotti.

“Di fronte a questa desolante situazione e ad un Governo miope che arriva addirittura ad emanare provvedimenti – dice Una Nuova Prospettiva, movimento politico di Modica – che si traducono in tagli dei trasferimenti finanziari, contro quei Comuni e quelle Regioni che attuano politiche di contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo, non si può rimanere spettatori passivi ed inermi e si ha l’obbligo di trovare spazi di interventi, reazioni e mobilitazioni.

Anzitutto gli organi di informazione potrebbero svolgere un ruolo costruttivo diffondendo questi drammatici dati, mettendo in guardia dalla pratica del gioco d’azzardo e non divulgando notizie relative ad occasionali e rarissime vincite che alimentano la voglia di tentare e la conseguente possibile dipendenza.

I gestori di bar e servizi di ristorazione potrebbero fare scelte etiche anche se antieconomiche, rinunciando all’installazione o dismettendo nel proprio esercizio commerciale videopoker, slot machine e giochi vari (Gratta e Vinci,…).

I cittadini possono attivare forme di consumo etico e critico, scegliendo di recarsi presso quegli esercizi commerciali che hanno tolto o non hanno mai messo macchinette di giochi, sostenendoli, così, economicamente e premiandoli per la scelta etica.

L’Amministrazione Comunale, seguendo l’esempio di altri virtuosi Enti Locali, potrebbe prevedere sgravi fiscali sulla concessione di suolo pubblico, sulla TARI, sulla pubblicità per quegli esercizi commerciali che non hanno mai ricorso al guadagno proveniente dai giochi d’azzardo o che hanno deciso di rinunciarvi.

Sindaco e Consiglio Comunale potrebbero adottare, per gli atti di loro competenza, specifici provvedimenti finalizzati a contrastare questa sempre più pericolosa piaga sociale.

Tra questi ricordiamo la possibilità di non concedere autorizzazioni per locali a meno di 500 metri dalle scuole”.

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