Nell’incidente morì Don Basile. Modica, la Corte d’Appello: “non luogo a procedere”

padre basile

Il processo in Appello per la morte del parroco di Maria Santissima della Catena a Modica si è definito con una sentenza di non luogo a procedere. La Corte d’Appello di Catania, dunque, ha dichiarato questa decisione che riguardava la principale imputata per il decesso di Don Rosario Basile, investito la sera del 7 dicembre 2006 da un’autovettura. Rosaria Provvidenza, 57 anni, nel dicembre 2010 era stata condannata dal giudice monocratico del Tribunale di Modica, Lucia De Bernardin,

ad otto mesi di reclusione, pena sospesa, e alla sospensione della patente di guida per un anno. Il suo difensore, l’avvocato Iwan Pediglieri, ha deciso di appellarsi alla sentenza col risultato, dopo cinque anni, che la sua assistita ha evitato la pena per intervenuta prescrizione. L’accusa era di omicidio colposo. Furono indagati anche un medico e due infermieri dell’Ospedale Maggiore dove la notte tra il sette ed otto dicembre del 2006 fu ricoverato l’anziano sacerdote prima di morire. La sera prima Padre Basile era stato vittima dell’incidente, avvenuto in Via Gerratana, investito dalla Peugeot 205 condotta dalla Provvidenza. Il 14 gennaio 2007, la Procura di Modica fece riesumare il cadavere per l’autopsia. Furono nominati tre consulenti, i quali avevano rilevato la presenza di una frattura del bacino. Nella cartella clinica stilata dai medici del “Maggiore”, era riportato che l’anziano prelato presentava la frattura della tibia, per cui non era presumibile che il decesso potesse essere imputato a tale circostanza. L’imputata aveva sostenuto di non avere toccato con la propria autovettura il Basile, tant’è che il difensore aveva ribadito che il prete si era fratturato il bacino dopo essere scivolato forse perché preoccupato dall’arrivo dell’utilitaria.

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