Vittoria, scattano sei condanne per un tentato omicidio

tribunale

Sei persone condannate dal Gup di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, a conclusione del processo per la sparatoria del 13 maggio del 2009 a Vittoria all’intersezione tra Via Vicenza e Via Alessandria. Rosario D’Agosta, 61 anni, e Salvatore D’Agosta, difesi dall’avvocato Enrico Cultrone e dall’avvocato Vincenzo Nico D’Ascola del Foro di Reggio Calabria, sono stati condannati, rispettivamente, a 5 anni di reclusione, con la concessione delle attenuanti generiche, per tentato omicidio(il pm Gaetano Scollo aveva chiesto 8 anni),

il secondo a 400 euro di multa per rissa (il pm aveva chiesto 9 mesi di reclusione); Massimiliano Avola, 38 anni, difeso dall’avvocato Alessandro Agnello, è stato condannato a 200 euro di multa per rissa(l’accusa aveva chiesto 6 mesi); Giovanni Cirmi, 33 anni, assistito dall’avvocato Enza Angelino, ad un anno di reclusione e 3.000 euro di multa (il pm aveva chiesto 30 mesi); Giuseppe Doilo, 32 anni, difeso dall’avvocato Enza Angelino a 6 mesi di reclusione (un anno la richiesta del pm); Vincenzo Latino, 44 anni, difeso dall’avvocato Maurizio Catalano, a 10 mesi di reclusione (il pm aveva chiesto 18 mesi). Il bersaglio di quel giorno era Giuseppe Doilo, 38 anni, pluripregiudicato, all’epoca sottoposto alla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. Grazie proprio alla vittima Doilo, che aveva deciso di collaborare con la giustizia, i fatti sono stati chiariti a distanza di cinque anni facendo scattare le indagini. Tutto sarebbe nato da una lite per il controllo del mercato dei video giochi e delle macchinette del caffè a Vittoria. Tutti gli imputati erano accusati di rissa in cui Doilo aveva riportato lesioni a causa di due ferite da arma da fuoco, al gluteo sinistro ed al terzo dito della mano sinistra, gauribili in 30 giorni; Doilo e Latino, rispondevano di inosseravanza alla sorveglianza speciale; Cirmi di detenzione di una pistola e di violazione alla sorveglianza speciale.

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