Morire democristiani? No grazie!…. a cura di Rita Faletti

roberto giachetti“Non ho capito che posizione ha il mio partito” ha detto ieri Roberto Giachetti, il vicepresidente della Camera, intendendo la posizione del PD rispetto alla legge elettorale. “La cambieremo…..abbiamo già avanzato delle proposte…….entro la fine del mese avremo una nuova legge elettorale…..” Il mese di quale anno? “Parole, parole, parole” cantava Mina nel lontano 1972. Intanto Giachetti ha iniziato, per la seconda volta in poco tempo, uno sciopero della fame contro il porcellum, sperando di stanare i suoi compagni di partito e costringerli ad assumere una posizione chiara. In un paese come l’Italia, tendenzialmente individualista e anarcoide, in cui la dichiarazione degli obiettivi da parte dei politici non corrisponde mai alle vere intenzioni, una legge elettorale pensata per assicurare la governabilità potrebbe neutralizzare azioni proditorie e tentativi di ribaltamento a danno del governo eletto democraticamente dai cittadini. E invece siamo appesi alle decisioni e ai dietrofront di chi un giorno grida ai mali del porcellum, definendolo, come già il suo creatore, una porcata, e il giorno dopo, più timidamente si astiene dall’appoggiare quelli che la abolirebbero. La politica è mobile, soprattutto se ci sono in ballo calcoli e strategienon solo per sconfiggere l’oppositore, ma anche e di più per ostacolare chi, all’interno del proprio partito, potrebbe strappare una posizione di potere fino a quel momento incontrastata.. Per quanto riguarda il PDL, solo episodicamente ha manifestato il desiderio di superare il porcellum e mai quando i sondaggi positivi facevano pensare che il voto, in tempi brevi, lo avrebbe premiato. Per il PD, l’argomento è un po’ più complesso e non si ferma alla questione della governabilità o del governo del paese, ma coinvolge gli schieramenti e gli interessi dei singoli esponenti di partito. Letta, che temporaneamente ha reso innocui i suoi alleati, può ora dedicarsi a rafforzare la sua leadership e prolungarne la vita fino al 2015. I sondaggi lo collocano al primo posto nelle preferenze degli italiani, e, per la prima volta, davanti a Renzi, unico impedimento nel suo cammino verso la vittoria delle prossime politiche. Per il sindaco di Firenze invece, la strada sembra essere in salita, avendo contro Epifani e i bersaniani. E’ in questo quadro che va visto il ruolo della legge elettorale per capire se il porcellum rimarrà, pur con qualche correzione, come Bersani ed altri auspicano, oppure sarà sostituito da un sistema maggioritario, come vorrebbe il renziano Giachetti, il quale non disdegnerebbe il ritorno al mattarellum. Le differenze tra i due sistemi elettorali premiano il mattarellum, che consente agli elettori di scegliere il loro candidato (con il porcellum, al contrario, le liste sono bloccate dai partiti ) e va in direzione di un sistema politico fortemente bipolare, in quanto fondato su di un sistema elettorale misto: per il 75% maggioritario a turno unico e per il rimanente 25% proporzionale. Quando gli italiani nel 1993 bocciarono il proporzionale, avevano in mente un paese governato da due forze contrapposte, che si alternassero al potere, non da partiti e partitini preoccupati solo di spartirsi soldi e privilegi. Ma il problema legato alla scelta di una legge elettorale che funzioni, non ha trovato ancora una soluzione. Una ricerca condotta da esperti di studi politici, ha infatti evidenziato che, in un’Italia tripolare, neanche il mattarellum determinerebbe una maggioranza in grado di governare , né al Senato né a Montecitorio. Perché un sistema elettorale abbia successo, si dovrebbero attuare alcune riforme istituzionali, come il depotenziamento o l’abolizione del Senato, con il doppio vantaggio di poter approvare le leggi con maggiore celerità e alleggerire i costi della politica. Purtroppo la direzione che ha preso da qualche tempo questo paese è di arretramento e riposizionamento su un fronte autodifensivo e immobilista di stile democristiano, del tirare a campare, con ilrischio che la crisi, tutt’altro che superata, ci travolga. Il suono sinistro delle parole pronunciate recentemente da Monti: “Come sarebbe bello se Alfano e Letta dessero vita a qualcosa..” fa rabbrividire. Soluzioni centriste già sperimentate e fallimentari ( UDC di Casini e SC di Monti stesso) dovrebbero mettere in guardia contro qualsiasi tentativo nostalgico di rifondare la DC o qualcosa di affine. O vogliamo morire democristiani?

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