Cento di questi giorni…incontriamoci fra cent’anni….chissà ? La rubrica del dottore Federico Mavilla

federico mavillaUn augurio usuale che siamo abituati sentirci rivolgere nel giorno del nostro compleanno, mentre si alzano i bicchieri per il brindisi, è  “Cento di questi giorni!”. In effetti, vivere a lungo viene considerata una fortuna, e in verità possiamo dire che sia un desiderio di tutti. Cerchiamo però di essere onesti con noi stessi, dovremo anche ammettere che si tratta di un desiderio che si accompagna a un’incertezza: come si fa ad invecchiare bene, mantenendo la lucidità e conservando un organismo mediamente efficiente? Sono domande ovvie, quasi banali, ma di grandissima attualità, visto che l’aspettativa di vita continua ad innalzarsi.
Le più aggiornate teorie ci riferiscono che dentro di noi c’è una specie di timer, un orologio biologico che determina la durata della vita, cioè dovrebbe esserci un gene , chiamiamolo della longevità, che, se si riuscirà a verificarne l’esatta esistenza, potrebbe svelarci il meccanismo della vita, ma anche la comprensione dei fattori che risultano dannosi alle cellule del nostro corpo.
Non molto tempo fa, avrete forse letto la notizia proveniente dall’America, dove grazie alle ricerche sull’invecchiamento e sulla longevità, si è fatta l’ardita ipotesi di una vita umana che avrebbe per prossimo traguardo i 120 anni di età. Ovviamente non si vuole, lo spero, puntare sull’immortalità, sono sempre convinto che gli esseri viventi invecchiano e muoiono per lasciare spazio alle generazioni successive, e questo è un bene, il contrario sarebbe una catastrofe.
Ecco , quindi, perché non vedo nulla di male nelle ricerche volte ad ottenere una vita lunga, e a realizzare nel concreto uno slogan pieno di promesse: dare più anni alla vita e più vita agli anni. Certo, però, sorge il problema : come riuscirci? Chissà forse potremmo realizzare questo obiettivo, se riuscissimo a seguire alcuni semplici segreti. Il primo è quello di un atteggiamento di accettazione. Consiste nell’accettare i cambiamenti che il trascorrere degli anni porta con sé. Se ci trovassimo davanti alla mitica fontana della giovinezza, è proprio sicuro che un uomo di cinquant’anni ne berrebbe l’acqua per ritrovare il se stesso ventenne? Ritroverebbe la prestanza, ma perderebbe un tesoro di esperienza, compresa la personalità che si è forgiata con fatica in anni e anni di vita e di battaglie.
Il secondo segreto è una vita attiva. Più volte ci sentiamo dire che è importante non impigrirsi, muoversi e camminare, portare piccoli carichi, tenere in efficienza il corpo. Alla vita attiva bisogna accompagnare una giusta alimentazione, di quantità moderata e in gran parte composta di frutta e verdura.
Il terzo segreto è continuare ad amare, con il cuore e con il corpo. La sessualità è programmata per funzionare sino alla fine, ed è incomprensibile e sbagliato rinunziarvi. Non solo fa bene alla mente perché ci relaziona strettamente con un altro essere, ma fa bene al corpo fisico. In più, gli ormoni e i neurotrasmettitori, importanti per la vivacità, vengono stimolati dal vigore sessuale.
L’ultimo segreto è la curiosità. Qualunque sia la nostra età, io spero, ma lo ritengo fondamentale, che noi tutti la dovremo affrontare con il desiderio di conoscerne i dettagli, i fattori positivi, i segreti meravigliosi ancora da scoprire. Infatti, Il motore dell’esistenza è essere curiosi, sempre. Questo permette che ci sia un’interazione intensa e profonda tra la mente e il corpo. E’ vero che nel cervello esiste una piccola componente d’invecchiamento, ma il cervello impara sempre, immagazzina dati ed emozioni, è la più bella forma di evoluzione che ci sia dato conoscere. Il cervello “tiene su” il corpo e contrasta le menomazioni.
Vive a lungo chi vuole farlo. Vive a lungo chi si fa domande. Bisogna mantenere il desiderio di capire che cosa succederà “dopo” . Nella vita quotidiana come nella politica. Nella ricerca scientifica come nella cultura. C’è sempre qualcosa da aspettare, da scoprire. Chi vive a lungo non perde mai questo desiderio.

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