Il tragico sbarco di Sampieri(Scicli). Otto migranti sono in ospedale. Due in prognosi riservata

imageSono otto i migranti, tra cui due donne, ricoverati negli ospedali di Ragusa, Modica, Vittoria e Catania. Due di loro sono in prognosi riservata: uno quasi annegato e in fin di vita al “Cannizzaro” del capoluogo etneo e l’altro in rianimazione al “Maggiore” di Modica per il trauma cerebrale con emorragia interna riportato dopo essere stato investito da un automobilista mentre vagava lungo la provinciale 43. E’ il bilancio dei feriti dello sbarco di ieri sulla spiaggia di contrada Pisciotto a Sampieri e costato la vita a 13 disperati che sarebbero stati costretti con la forza dagli scafisti a tuffarsi nel mare agitato. Le condizioni cliniche di sei feriti, tra cui due giovani donne che presentano sintomi da annegamento e disidratazione, non destano particolari preoccupazioni, come riferito dal primario del pronto soccorso dell’ospedale di Modica Roberto Ammatuna: “Le due donne, entrambe ricoverate al “Guzzardi” di Vittoria – dice il medico – sono state per sicurezza sottoposte agli esami ginecologici per stabilire eventuali gravidanze in corso, ma in entrambi i casi l’esito è stato negativo”. Il migrante investito dall’auto potrebbe invece nelle prossime ore essere trasferito in elisoccorso dalla rianimazione dell’ospedale di Modica al “Cannizzaro” di Catania, dove si trova ricoverato l’altro eritreo in fin di vita. Una ottantina di disperati che erano riusciti a far perdere le loro tracce sono stati ripresi dalle forze dell’ordine e condotti al centro di prima accoglienza del porto di Pozzallo. Altri migranti invece vagavano zoppicanti e visibilmente provati fino al primo pomeriggio di ieri sul luogo della tragedia, dove ancora erano in fila sulla spiaggia i corpi, coperti dai teli, dei loro compagni meno fortunati. Parlando un inglese stentato, i due spaesati clandestini eritrei ci hanno riferito di essere partiti sabato scorso dalla Somalia in circa 250 stipati sul barcone arenatosi a poche decine di metri dalla spiaggia sciclitana dopo due giorni di navigazione. Sono stati costretti dagli scafisti a tuffarsi nel mare agitato dopo aver pagato dai 500 ai 2mila euro a testa per la traversata finita in tragedia. Le fasi concitate di poche ore prima del salvataggio a mare sono invece state raccontate dal residente Massimiliano Di Fede, 45 anni, uno tra i primi ad accorgersi di quanto stesse accadendo. “Quando ho raggiunto la spiaggia da casa mia – ha detto Fede – ho visto decine di persone annaspare in acqua, mentre una di loro che aveva già guadagnato la riva mi si è parata dinanzi mentre parlava al cellulare, colpendomi con un pugno al fianco. Presumo fosse uno scafista, non capivo cosa diceva. Mi sono subito dato da fare per aiutare quei disgraziati in acqua. Molti di loro, una volta portati sull’arenile – ha concluso il testimone – hanno cominciato a buttare acqua e schiuma biancastra dalla bocca, è stato terribile”. Fede ha poi riferito di un presunto ritardo nei soccorsi. “Ho chiamato l’ambulanza intorno alle 9.30 – ha aggiunto il residente – ma il primo mezzo di soccorso è arrivato solo un’ora dopo”. Pure il maresciallo capo dei Carabinieri della tenenza di Scicli Carmelo Floriddia si è tuffato in mare per dare una mano, assieme a due bagnini di un vicino lido che si sono prodigati nel salvare donne e bambini. “Alcuni clandestini siamo riusciti a tirarli via dal mare agitato per i capelli – raccontano Alberto Proietto e Davide Roccasalva – e a trascinarli a riva dove abbiamo praticato il massaggio cardiaco per fargli espellere l’acqua ingurgitata”. (

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