Giudice unico, Modica: alla sbarra due presunti tombaroli

L’archeologa della Sovrintendenza di Trapani, Giuseppina Mammina, consulente tecnico d’ufficio, ha gettato benzina sul fuoco durante la sua deposizione nel processo contro due presunti tombaroli modicani, Antonino Di Tommasi e Antonino Ragusa, che si svolge davanti al giudice monocratico del Tribunale di Modica, Anton Giulio Maggiore. L’esperta ha confermato in tutto e per tutto le accuse, parlando finanche di danni ambientali perenni al patrimonio e al territorio. I due, difesi dall’avvocato Gaspare Abbate, furono denunciati dai carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Palermo che nel 2008 eseguirono perquisizioni nelle loro abitazioni di Frigintini. In precedenza il difensore aveva chiesto di estromettere dal fascicolo le intercettazioni giacchè poichè veniva contestata la ricettazione contro ignoti(reato che consente le intercettazioni), accusa che era venuta meno. Il giudice ha rigettato la richiesta e anzi ha disposto l’incarico a un Ctu che sarà conferito venerdì prossimo e che dovrà trascriverne i contenuti. Il magistrato ha escusso anche il consulente di parte, Pavone, esperto numismatico, e un sottufficiale dei carabinieri di Palermo. Quest’ultimo ha tracciato le linee d’inchiesta. La prima perquisizione fu eseguita nell’abitazione di uno degli imputati che risiede nell’area della frazione di Frigintini e in quell’occasione gli uomini del Nucleo specializzato si erano avvalsi della collaborazione dei colleghi della locale stazione. Un controllo che diede risultati positivi visto che furono sequestrati alcuni reperti archeologici. Il secondo accertamento diede lo stesso esito. L’indagine fu eseguita dalla Procura della Repubblica di Palermo ed era mirata a scoprire la presenza di cosiddetti “tombaroli”, o ricettatori o, ancora, collezionisti. L’altopiano modicano è una zona che “fa gola” agli appassionati anche perché ci sono aree archeologiche di notevole rilievo come Cava Ispica e Baravitalla. Ai due imputati è contestata, in particolare la legge del 2004 sul possesso di materiale di valore storico. I reperti sequestrati si trovano custoditi a Ragusa. Furono sequestrati un metaldetector, 88 monete antiche e reperti vari di notevole interesse archeologico. Tutto partì da una denuncia anonima.

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