Da qualche settimana si assiste, nella città di Modica, ad una strana e patetica alleanza tra qualche sigla sindacale “autonoma” e non, ed esponenti politici sia pure di terza fila. Succede così che si è sindacalisti il lunedì, fiancheggiatori di rappresentanti politici il martedì in storiche conferenze-stampa, per ritornare il mercoledì ad indossare la doppia veste di politico e sindacalista e proporre mirabolanti soluzioni per il turismo, il commercio e la crescita della città. Giovanni Avola, Segretario Generale della CGIL di Ragusa così si esprime sulla vicenda Quetzal.
Sia chiaro: ognuno è libero di fare il sindacalista, il politico, il politico-sindacalista ed il sindacalista-politico nel modo che ritiene opportuno e dovrà rendere conto solo a chi si sente di rappresentare magari in compagnia del nuovo associazionismo che, complice la recente battaglia referendaria, scopre le bellezze e le peculiarità del territorio della contea. Il gioco è fin troppo scoperto: una chiara commistione di interessi aventi come obiettivo le elezioni amministrative del 2013. Tutto questo può suscitare scandalo? Assolutamente no … almeno per alcuni. Ciò che non può essere permesso è il travestimento per intervenire a gamba tesa e da sciacalli sulla pelle dei lavoratori licenziati com’è accaduto alla Quetzal. Come si fa ad utilizzare il dramma delle tre lavoratrici licenziate per puro e spregiudicato calcolo politico e sindacale? Per stare sulla stampa? Capisco che fare il politico-sindacalista ed il sindacalista politico è difficile ma … un po’ di rispetto per i più deboli è necessario. Forse qualcuno dovrebbe smettere di indossare la doppia veste e, s’è capace, indossarne una sola. O forse né l’una né l’altra. Occuparsi dei drammi dei lavoratori è cosa troppo seria, non è compito di chicchessia.