MODICA. La famiglia nella comunità iblea. Monte: “Definita la mappatura dei bisogni”

“Un importantissimo convegno su “La Famiglia nella comunità iblea: bisogni, risposte e nuove prospettive” si è tenuto presso la Scuola per Assistenti Sociali “D’Alcontres” di Corso Francesco Crispi. L’occasione è stata utile per presentare la ricerca commissionata dalla Provincia Regionale di Ragusa, attraverso i ricercatori incaricati e l’assessore provinciale alle Politiche Sociali Raffaele Monte. La ricerca ha permesso di ottenere utili informazioni circa il mutamento dei bisogni che hanno interessato la sfera familiare negli ultimi anni ma anche di monitorare l’istituzione famiglia nella comunità iblea che si regge soprattutto nella sua funzione assistenziale. In particolare, il 61,8% degli intervistati ha chiesto aiuto ai familiari, un’istanza che fa supporre una buona fiducia nella famiglia. Gli eventi traumatici che hanno interessato la famiglia negli ultimi cinque anni riguardano principalmente: il ricorso a forme di indebitamento, il licenziamento, i disagi derivanti dalla comparsa di patologia grave che ha reso il soggetto interessato inabile al lavoro. Inoltre, una famiglia su tre negli ultimi cinque anni ha avuto difficoltà a far fronte alle spese di prima necessità del proprio nucleo e le difficoltà, naturalmente, sono state più gravi laddove il nucleo è più numeroso e vive in locali presi in affitto. Dalle risposte del campione si evince la fiducia nell’attività di supporto svolta dalla famiglia originaria. “Alla luce della mappatura dei bisogni – afferma l’assessore Monte – individuata dall’analisi dei dati, in vista della predisposizione dei nuovi Piani di Zona, si propone ai Comuni un impegno per il potenziamento delle informazioni a livello locale, anche attraverso l’attivazione di idonei sportelli di segretariato sociale, potenziamento degli interventi e dei servizi a favore della famiglia con figli (asili nido, servizi ricreativi ed educativi, ecc.), potenziamento di interventi e servizi a favore di famiglie con anziani non autosufficienti e/o disabili gravi, attivazione e/o potenziamento di iniziative a favore dei giovani (percorsi di accompagnamento all’inserimento nel mercato del lavoro), formazione di professionalità al servizio delle diversità culturali anche attraverso percorsi formativi di riqualificazione degli operatori sociali, promozione di corsi di aggiornamento o formazione degli operatori dei servizi sociali, realizzazione di un sistema di monitoraggio della qualità dei servizi mediante azioni di valutazione della soddisfazione degli utenti. A livello locale occorre rafforzare l’attività di concertazione e collaborazione tra gli attori sociali e agevolare la partecipazione del cittadino nel processo di controllo della qualità dei servizi”.

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