MODICA. PROCESSO ITIS-KARTODROMO. IN AULA LA TESTIMONIANZA DEL FUNZIONARIO DELLA SOVRINTENDENZA

Non c’erano vincoli archeologici nelle particelle di territorio interessate al processo. E’ stata l’audizione di Giovanni Di Stefano, dirigente della sezione Beni Archeologici della Sovrintendenza di Ragusa e questa dichiarazione a concentrare l’attenzione dell’udienza di ieri nel processo in corso davanti al Collegio Penale del Tribunale di Modica(Scibilia, presidente, Di Marco e Rubino, a latere)sulle concessioni per la costruzione del kartodromo, in Contrada Bellamagna-Zimmardo, e di un impianto di biomassa, presso Cava Giarrusso, sulla Modica-Mare. Di rilevante importanza la precisazione resa dal funzionario, a seguito di specifica domanda del pubblico ministero, Francesca Aprile: “All’epoca delle indagini – ha sottolineato Di Stefano – e cioè a cavallo tra il 2004 ed il 2005, a Cava Gisana non c’erano vincoli di natura archeologica laddove era stata realizzata la struttura della società Itis Sas. In seguito alla segnalazione del Movimento Azzurro, il mio ufficio ha proposto l’avvio delle procedure di tutela e poi di vincolo dell’area. C’erano, a dire il vero, delle aree di interesse archeologico, ma più a nord rispetto alle particelle che interessavano l’impianto di biomassa”. Il processo si era aperto con una fase di contraddittorio per la quale il Tribunale ha dovuto ritirarsi per quasi un’ora in camera di consiglio. Forte la dialettica, nel corso dell’escussione di Giovanni Di Stefano, tra il piemme ed il collegio difensivo tant’è che il presidente del Collegio è dovuto intervenire energicamente per riportare la calma. Il procedimento proseguirà il prossimo 26 settembre, quando saranno escussi i periti ed alcuni testi. In precedenza era toccato agli inquirenti, il capitano Giuseppe Morale, all’epoca tenente in quota alla Compagnia dei Carabinieri di Modica, del maresciallo Raimondo e del brigadiere Tosto, quest’ultimo del Nucleo Operativo Ecologico, che, in sostanza, avevano confermato tutti i contenuti dell’indagine scaturita da esposti presentati dai residenti delle due zone, dal Movimento Azzurro e da Legambiente. Nel processo di rilevante importanza è stata l’ammissione a costituirsi parte civile da parte del Ministero per l’Ambiente, e degli assessorati regionali allo Sviluppo Economico, al Territorio ed Ambiente, all’Agricoltura e Foreste e ai Beni Culturali ed Ambientali, attraverso l’Avvocatura dello Stato rappresentata dall’avvocato Domenico Maimone, oltre al Movimento Azzurro, a Legambiente, e ad una ventina di proprietari di alcuni terreni confinanti con le aree sottoposte ai vincoli ambientali e paesaggistici, rappresentati dagli avvocati Antonio Borrometi, Tiziana Serra e Giovanni Giurdanella, ma anche del Comune di Pozzallo, attraverso l’avvocato Giorgio Terranova.

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