Identità, Valori e Progetto Politico”

Concetta Vindigni interviene nel dibattito politico seguito alle dichiarazioni di apertura ai moderati del centrosinistra da parte dell’on. Drago. "Il malessere c’è, non solo nella Margherita, e non va minimizzato. L’accordo tra Margherita e pezzi dell’Udc a Pozzallo è stato chiaro e adamantino. Nessun atto di furbizia, ma la consapevolezza che la logica degli schieramenti è saltata" "Intervengo a un anno di distanza dalle elezioni regionali, stimolata dal dibattito di questi giorni sulla prospettiva politica dei moderati e sul progetto di costruzione di una casa comune". E’ Concetta Vindigni a esprimere il proprio pensiero offrendo il proprio contributo al dibattito di questi giorni. "Reduce da un’affermazione di quasi 5000 preferenze alle elezioni regionali dello scorso anno, e del risultato che mi ha visto seconda tra le donne più votate nell’Isola, dopo le deputate elette, a fronte di 370 candidate, sento il dovere di intervenire rispetto al tema dell’alternativa possibile all’attuale sistema bipolare, un’alternativa che, secondo quanto ha spiegato in epoca non sospetta Pierferdinando Casini, va costruita al Centro. Il travaglio di stimati dirigenti della Margherita, per il quale ho profondo rispetto, ha il merito di aprire un dibattito che mi auguro prosegua anche nelle sedi opportune, ovvero all’interno dei partiti. Il malessere politico c’è e non solo nella Margherita. Esso non va minimizzato, e neppure liquidato con frasi ad effetto, così come hanno fatto autorevoli esponenti di partito, ma piuttosto agevolato. Ho partecipato, in qualità di delegata, al terzo Congresso Nazionale dell’Udc, un congresso vero, in cui si è votato per le mozioni, per la dirigenza. E fra i mille temi trattati con grande serietà e dignità, che hanno riacceso le speranze di donne, giovani e uomini, è stata affrontata la questione della crisi del bipolarismo, di un bipolarismo malato, perché fondato su presupposti sbagliati: quelli di alleanze fatte per vincere le elezioni a tutti i costi, e non per governare il Paese; quelli di cartelli elettorali e non di alleanze politiche, di un sistema non adatto ai partiti unici. Con chiarezza estrema si è detto che per superare questo bipolarismo, noi, che per tradizioni e valori siamo alternativi alla sinistra, dobbiamo rafforzare l’area centrista e moderata del Paese. Temi questi affrontati al Congresso Regionale del Partito, al Congresso Provinciale e a quello cittadino di Modica dall’on. Peppe Drago, con determinazione, convinzione e lucidità. Il dibattito è ripreso dopo la parentesi elettorale. La questione non è la mano tesa agli amici della Margherita, ma la prosecuzione di un ragionamento iniziato in tempi non sospetti e in coerenza con la linea politica del Partito a livello nazionale. Sono fermamente convinta che i tempi sono maturi per avviare un confronto serio, coraggioso, senza timori di destabilizzazioni, iniziato sin da quando l’Udc era al Governo del Paese, anche nel nostro territorio, ragionando sul rapporto necessario tra Identità, Valori e Progetto Politico. Passando a vicende che riguardano più direttamente il territorio, la "vicenda Pozzallo" è stata alla ribalta nazionale, con accuse di inciuci, e deprecabili trasversalismi. L’accordo tra un pezzo dell’Udc, la Margherita, altre liste civiche e l’Udeur di Pozzallo è stato chiaro e adamantino: ha preso corpo in uno scenario politico cittadino difficile, caratterizzato dal fallimento totale del centrosinistra e di un centrodestra che in questi anni aveva giocato a nascondino e che solo a pochi giorni dalla chiusura delle liste ha trovato la convergenza su un candidato espressione di tre liste civiche. Pozzallo ha diritto a essere governata. Il nostro non è stato un accordo di potere ma una scelta nobile, una scelta coraggiosa, leale, per la città, senza abdicare ai nostri ideali, senza venderci. Mi è sembrata spropositata, non in tono con la levatura di un dirigente politico di primo piano, la dichiarazione del coordinatore provinciale della Margherita, Venerina Padua, quando la stessa attribuisce all’accordo con una parte dell’Udc il fallimento del centrosinistra a Pozzallo. Bisogna conoscere la storia dei territori, quella recente e quella meno recente, occorre essere scevri dalla volontà di colpire chi nella Margherita, pur con il ruolo di deputato regionale, ha assunto toni critici nei confronti del proprio partito, per avere contezza del fatto che Roberto Ammatuna non aveva una maggioranza in consiglio sin dai primi mesi della sua rielezione a sindaco. Il dato certo su Pozzallo è il fallimento delle attuali logiche di schieramento, non solo perché il centrosinistra è andato in ordine sparso, con più candidati, ma perché lo stesso si era sfaldato all’indomani del rielezione a sindaco di Roberto Ammatuna. Oggi a Pozzallo, i partiti di centro e le liste civiche che si riconoscono nel Centro sono la grande maggioranza. Confermo la validità di quel progetto, ma il dialogo va proseguito. Ho letto con attenzione anche le riflessioni del presidente dell’Udc, Giovanni Cosentini, sulla vicenda pozzalese, in cui traspare il timore che la sottoscritta possa aver voluto accaparrare posizioni. Una esternazione che offende il sentimento di tanti amici dell’Udc di Pozzallo. Definire un atto di furbizia l’accordo con la Margherita è ingeneroso. Furbo è chi si nasconde dietro un simbolo per poi far votare un altro partito. Mi chiedo qual è l’esigenza che spinge il Presidente del mio Partito a fare tali valutazioni? L’esigenza di affermare il proprio ruolo, esercitato per la verità solo in rare occasioni? E’ legittimo. O piuttosto la paura di non condividere il progetto politico affermato dall’on. Drago? O forse sommare nella propria persona tanti incarichi politici e istituzionali, portano Consentini a sintesi frettolose nei confronti dei dirigenti del suo partito? La politica dell’Udc è una politica di equilibrio e di moderazione, non è una politica da portare avanti sui ring. La nostra è una Provincia che vanta molti primati. E tra questi va riaffermato il primato della Politica. Io ci sarò.

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