Protezione Civile Regionale in protesta: Tecnici esperti e precari.

È stato dichiarato, giorno 4 Aprile, lo stato di agitazione dei dipendenti del Dipartimento Regionale della Protezione Civile. Tutte le sigle sindacali CGIL, CISL, UIL, SADIRS, UGL, ALBA hanno sottoscritto un documento congiunto nel quale viene richiesto un incontro urgente per definire il processo di stabilizzazione del personale precario che quotidianamente gestisce le attività del dipartimento della protezione civile siciliano. Sono tutti tecnici specializzati, distribuiti nelle nove province dell’isola; esperti di protezione civile che da oltre sette anni gestiscono le numerose emergenze di tutto il territorio regionale, elaborano i piani di emergenza, sviluppano tutte le attività di previsione e prevenzione dei rischi naturali e antropici, terremoti, esondazioni, dissesti idrogeologici e industriali, gestiscono, progettano e dirigono tutte le attività di ricostruzione dell’edilizia pubblica, scolastica, sacra e privata dando attuazione ai provvedimenti normativi che dalla legge 433 del 1991 sino alle varie ordinanze di protezione civile, assegnano fondi e programmano gli interventi necessari per il superamento delle emergenze e il rientro nell’ordinario. Quella protezione civile siciliana fiore all’occhiello della pubblica amministrazione regionale, che tanto riesce a distinguersi anche sul panorama nazionale vincendo premi nazionali, fornendo casi studio per le università di Roma e Milano, esportando modelli di intervento ed esempi di avanguardia e sperimentazione tecnologica anche nelle altre regioni d’Italia. Questa Protezione Civile, è necessario saperlo, è composta per il settantacinque percento da personale precario. In servizio con contratti che vengono prorogati di anno in anno. Sono tutti ingegneri, architetti, geometri e tecnici amministrativi, più di 300 persone per le quali in sette anni e più, non è stato mai definito un processo di assunzione. Nonostante esista uno strumento normativo volto stabilizzare il precariato, previsto dall’art. 20 della Legge 448 del 2001, recepita dalla Regione Siciliana con l’art.115 della legge regionale n. 4 del 2003, questo personale è nuovamente in scadenza contrattuale il prossimo 31 agosto. Personale, che da oltre sette anni, e per alcuni quasi dieci, non ha mai gravato sul bilancio della regione essendo stato pagato con i fondi statali della legge 433 del 91, che prevedeva capitoli di spesa assegnati all’impiego di personale specializzato. Questi dipendenti ancora precari di tutte le province siciliane, assunti ai sensi della legge n. 61/1998 nella maggior parte delle regioni del centro sud Italia, si sono riuniti ieri a Palermo per denunciare la scandalosa situazione lavorativa; confermare lo stato di agitazione permanente e chiedere che il Presidente della Regione, il Governo, l’Assemblea Regionale si attivino per intervenire con urgenza e dare certezza al futuro non solo di questi lavoratori ma a tutto il sistema di protezione civile, in un territorio come quello siciliano soggetto a ogni genere di rischio che non si può permettere una protezione civile a intermittenza. Occorre dare una risposta politica e programmatica seria e definitiva, così come è stato già fatto in tutte le altre regioni d’Italia, dove i vari dipartimenti e agenzie hanno stabilizzato i lavoratori nati con la legge 61 del 1998. Offrire dunque una soluzione a questo annoso problema che si traduce nel dare un servizio pubblico effettivo per la sicurezza e l’incolumità di tutti siciliani. Da oggi sono state indette delle assemblee dei lavoratori, presso le sedi del Dipartimento Regionale della Protezione Civile in tutte le nove province; Lunedì questo personale organizzerà altre assemblee aperte con la stampa allo scopo di manifestare il profondo disagio nel quale versa. Martedì, infine, è prevista una manifestazione di denuncia e protesta pubblica a Palermo.

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