PRIVATIZZAZIONE ACQUA

Sta assumendo un nuovo volto la campagna contro la mercificazione e la privatizzazione dell’acceso all’acqua in Sicilia. Alla fase di sensibilizzazione avviata lo scorso anno in Sicilia a partire da un ciclo di conferenze e gli appelli alla mobilitazione, ha fatto seguito la costituzione dei Comitati civici a difesa dell’acqua in quasi tutte le Province della Sicilia ( Messina, Palermo, Ragusa, Agrigento, Siracusa, Enna, Catania) ed attraverso mobilitazioni di piazza, questi comitati non soltanto hanno fatto assurgere a livello regionale l’emergenza acqua ma con il supporto della CGIL ed in particolare della funzione pubblica, degli studenti e di diversi parroci ed associazioni cattoliche, sono riusciti a bloccare per diversi mesi i processi di affidamento tramite “gara” imposti dal Governatore Regionale attraverso il Commissariamento dei Comuni che si erano pronunciati contro l’affidamento a privati. Con la manifestazione che si è svolta oggi ad Agrigento, la mobilitazione contro i processi di privatizzazione ed a sostegno di una gestione pubblica dell’acqua, ha fatto in Sicilia un salto di qualità portando il confronto ed il “conflitto” dalle piazze al livello politico, cioè all’interno delle istituzioni locali, nei consigli comunali e da questi nelle sedi istituzionali territoriali di rappresentanza (Stato e Istituzionali regionali). I 26 Sindaci dell’agrigentino (Alessandria della Rocca, Bivona, Calamonaci, Camastra, Cammarata, Canicattì, Casteltermini, Castrofilippo, Cattolica Eraclea, Cianciana, Grotte, Lucca Sicula, Menfi, Montevago, Naro, Palma di Montechiaro, Racalmuto, Ravanusa, Realmonte, Ribera, >>Sambuca Di Sicilia, San Giovanni Gemini, Santa Margherita Belice, Santo Stefano Quisquina, Siculiana, e Villafranca Sicula) che hanno accolto l‘appello contro la rivatizzazione del servizio idrico dell’acqua potabile lanciato dai comitati civici, sono scesi in piazza oggi davanti alla Prefettura ad Agrigento con la fascia tricolore e le delegazioni dei consigli comunali con i rispettivi gonfaloni per protestare contro la decisione adottata dalla Agenzie per le acque ed i rifiuti di Palermo, di nominare un “commissario ad acta”. Senza tener conto delle contestazioni avanzate dai sindaci sull’esito della votazione del 9 gennaio dell’assemblea dell’ATO (nel corso della quale 29 sindaci su 43, pari al 61% del capitale azionario si erano opposti all’affidamento del servizio idrico alla società Voltano spa) il Commissario ad acta con autonomo provvedimento, senza alcuna valutazione sui pareri in merito al conflitto di interessi e su quello espresso dai sindaci, deliberava di aggiudicare e di affidare il servizio all’impresa privata. Ma l’azione adottata dai Sindaci dei 26 Comuni della Provincia di Agrigento, è andata ben oltre la protesta e le dichiarazioni, e sono passati all’adozione di atti politici formali, attraverso i rispettivi consigli comunali. Nel corso dell’incontro con il Prefetto di Agrigento Saladino, i sindaci si sono pronunciati contro l’affidamento del servizio idrico integrato ad >>una società privata, hanno reso pubblico l’avvio di azioni legali con ricorso al TAR per rendere illegittima la deliberazione adottata dal commissario ed hanno consegnato al Prefetto 26 delibere, approvate tutte contemporaneamente il 31 gennaio, con le quali i rispettivi Consigli comunali deliberato di “fuoriuscire dal Consorzio e di disubbidire, non consegnando gli impianti idrici, in caso di mancato annullamento del provvedimento di affidamento trentennale del servizio idrico” all’associazione temporanea di impresa aggiudicataria. Nel denunciare l’antidemocraticità dell’atto di Commissariamento, con cui i 26 Comuni sono stati espropriati del potere costituzionalmente garantito di determinare autonomamente la scelta di gestione di un >>servizio idrico importante com’è quello dell’acqua, i Sindaci hanno inoltre sollecitato al Prefetto l’apertura di un Tavolo di confronto istituzionale con il Presidente della Provincia di Agrigento, il Presidente dell’ATO e la stessa Regione per evitare una grave crisi istituzionale e lanciato un appello al Governo Prodi perché rispetti l’impegno programmatico a mantenere in mano pubblica proprietà e gestione dei servizi idrici attraverso l’adozione di un decreto legge urgente che introduca una moratoria rispetto agli affidamenti in corso a livello territoriale. La mobilitazione a livello locale, in atto nelle diverse città della Sicilia, e più in generale nelle varie città d’Italia, questo atto politico compiuto dai Sindaci dell’agrigentino apre quindi un nuovo fronte politico sul piano della “resistenza” ai processi di privatizzazione dell’acqua attivando un conflitto istituzionale che interroga la politica non soltanto a livello regionale, ma soprattutto a livello nazionale, chiamando in causa il Governo Prodi e gli impegni elettorali assunti nei confronti dei cittadini.

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