MODICA. IERI INCIDENTE PROBATORIO PER LA MORTE DI DON ROSARIO BASILE

Ci sono alcune divergenze di opinione da parte dei consulenti e degli avvocati circa la dinamica dell’incidente stradale che causò, lo scorso mese di dicembre, la morte del parroco della Catena, Don Rosario Basile. Questo quanto sarebbe emerso durante l’incidente probatorio che ha avuto come scenario la Via Gerratana, la stessa arteria, alla stessa ora, e con le stesse condizioni in cui avvenne il drammatico sinistro. Sul posto sono state trasferite le due autovetture coinvolte, una in marcia e l’altra in sosta, che, di fatto, sono ancora sotto sequestro. La perizia è stata eseguita dal consulente tecnico d’ufficio nominato dalla Procura della Repubblica, l’ingegnere Giovanni Dell’Agli, di Vittoria, alla presenza del medico legale, il dottor Orazio Cascio, che ha eseguito qualche settimana fa l’autopsia sul corpo del povero prelato che era stato, per la circostanza, riesumato. Presenti pure i periti di parte, l’ingegnere Vincenzo Paradiso di Acireale, ed il dottore Salvatore Pianeta, nominati dai due indagati, la conducente la Peugeot che avrebbe investito il prete, ed il medico dell’Ospedale Maggiore, attraverso i rispettivi legali, gli avvocati Ivan Pediglieri e Salvatore Citrella e l’avvocato Giuseppe Nigro, ma anche il geometra Salvatore Blanco, nominato dall’avvocato Nino Frasca Caccia, per conto dei fratelli dell’anziano prelato modicano. Ma sarebbe emerso anche un nuovo e, si ritiene, interessante elemento. La conducente della Peugeot pare abbia smentito di avere toccato con la propria autovettura Padre Basile ma che, invece, questi sia potuto essersi fratturato il bacino dopo essere scivolato forse perché preoccupato dall’arrivo dell’utilitaria. Le condizioni sono state idonee per effettuare l’incidente probatorio, anzi, addirittura, durante le fasi ha pure piovuto com’era la sera del sinistro. L’ingegnere Dell’Agli ha chiesto novanta giorni di tempo per depositare le sue conclusioni.

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