Finale ‘mozzafiato’ per il Corso Base Protezione Animali con ‘allevamenti intensivi, viaggi della morte, scelta vegetariana’. L’Oipa stila un bilancio del tutto positivo.

Si è concluso ieri sera il Corso Base Protezione Animali organizzato dall’Oipa provinciale con il sostegno del Centro Servizi Volontariato Etneo. Sono stati due incontri ‘mozzafiato’ sugli ‘allevamenti intensivi, viaggi della morte e scelta etica vegetariana’ a chiudere il ciclo di lezioni, partito con il ‘pronto soccorso veterinario’, per proseguire con ‘le norme giuridiche a tutela degli animali’, ‘la situazione provinciale tra randagismo e canili’, ‘la vivisezione, sperimentazione animale e metodi alternativi’. Due incontri volti ad illustrare la sofferenza che si cela dietro ai piatti che ogni giorno ci si ritrova a tavola, inconsapevoli di quanto non ci viene detto. “Se le pareti dei macelli fossero di vetro, tutti sarebbero vegetariani”, lo ha detto la Mc Cartney ed è facilmente condivisibile dopo aver visto i filmati che abbiamo scelto di proiettare sulla macellazione, durante la quale, checché se ne dica per allontanare sempre di più dalla coscienza della gente la sofferenza atroce che sta nei piatti, l’animale, dopo aver ricevuto scariche elettriche, che provocano enorme sofferenza, o un colpo di pistola caricata a narcotico, è del tutto cosciente quando viene sgozzato e, contemporaneamente, sezionato vivo. Basti sentire le urla di dolore di un vitello appeso per le zampe posteriori, con la gola recisa, che urla mentre un fiume di sangue scorre via sul pavimento, e il macellaio lo fa a pezzettini tagliandogli l’orecchio, la zampa, che il vitello prontamente cerca di ritirare per il dolore indescrivibile; basti sentire le grida disperate di un maiale mentre viene ‘scannato’ e, ancora cosciente, infilato nell’acqua bollente, così come avviene anche con i polli, ancora vivi quando, appesi per le zampe, entrano nel vapore bollente. E la vita che questi animali hanno condotto di certo non è stata migliore. Si pensi agli allevamenti intensivi, dove, ad esempio, i polli o i tacchini vengono sottoposti a cicli biologici innaturali, con la luce sempre accesa per farli mangiare di continuo ed ingrassare, tanto che il peso, spesso, non viene sopportato dalle zampe, che si spezzano. E che dire dei cuccioli? I maialini vengono castrati senza alcuna anestesia, con un coltello, poi vengono loro tagliati i dentini con una tenaglia, mentre urlano, per evitare che si scannino fra di loro; le scrofe vivono in gabbie strettissime e l’unico contatto che i piccoli hanno con le mamme è, in effetti, solo con le mammelle, per ciucciare il latte. Ai pulcini viene tagliato il becco, con grandissima sofferenza, per evitare che si becchino a vicenda; i maschietti della razza ovaiola, poi, non potendo fare le uova sono inutili e non vanno bene neanche come polli da carne, per cui vengono gettati in un tritatutto da vivi; le ovaiole, invece, allevate come macchine sforna uova, vivranno circa un anno ammassate in condizioni disumane, per poi venire vendute come galline vecchie da brodo. Non sorte migliore per i vitellini della razza lattifera, fatti nascere solo per la produzione del latte; essi, appena nati, vengono strappati alla madre per essere rinchiusi in gabbie strette e al buio, nutriti con una dieta liquida, per mantenere la carne bianca: la famosa ‘vitellina da latte’, che tutti credono più sana perché più bianca, non sapendo che i vitellini, anemici, vengono imbottiti di antibiotici per tutta la loro breve vita. E non bisogna dimenticarsi dei pesci, che hanno un sistema nervoso complesso, a differenza di quanto si possa pensare, o dei cavalli, che affrontano viaggi estenuanti prima di essere macellati, ed ancora conigli, pecore, agnelli. Un sacrificio inaudito, che tutti dovrebbero conoscere per poi scegliere coscientemente se mangiare carne e pesce o no, conoscendo anche i retroscena di una vita grama, di viaggi senza fine, spesso per giorni e giorni sotto il sole cocente senza acqua né cibo, per morire schiacciati o di stenti o nei mattatoi. E dire, che circa 24.000 persone muoiono ogni giorno a causa della fame, della denutrizione e delle malattie ad esse collegate; di queste, 18.000 solo bambini. Gli enormi appezzamenti di terreno coltivati a foraggio per sfamare gli allevamenti intensivi, da soli potrebbero sfamare per tre volte la popolazione mondiale del Terzo Mondo. Scegliere di non mangiare animali, dunque, è una scelta etica e nei confronti degli animali, e delle persone che soffrono di fame, e di se stessi, in quanto da studi effettuati da equipe di scienziati altamente qualificati vegetariano è sinonimo di longevità. Basti ricordare che oncologi del calibro del dott. Veronesi sono vegetariani e consigliano di non mangiare animali per prevenire i tumori. “Con queste due lezioni molto toccanti – ha detto Valentina Raffa, delegata provinciale OIPA – si è concluso il Corso Base Protezione Animali, che ha riscosso enorme successo. Siamo molto soddisfatti della partecipazione di gente proveniente da Modica, Ispica, Scicli, Ragusa, Rosolini, a testimonianza del fatto che oggi la sensibilità nei confronti dei nostri amici animali è sempre più forte. Per questo un grazie va al CSVE che ha scelto di approvare questo progetto, riconoscendo pubblicamente quella degli animali una categoria debole, e i Tariqa che hanno gentilmente concesso la sede, la Chiesetta di S. Michele. Il corso è servito anche a programmare delle campagne di sensibilizzazione, per dare voce a chi non ha voce e noi saremo sempre pronti a difendere quelli che S. Francesco chiamava ‘fratelli’ e ‘orme di Dio sulla terra’, perché ne abbiamo conosciuto la semplicità, il candore e l’innocenza e perché vorremmo un mondo migliore, senza sofferenza e senza dolore. Per far ciò non serve la bacchetta magica, ma uno sforzo da parte di tutti nel proprio piccolo: in famiglia, nel quartiere, con gli amici, ecc. mettendo al primo posto sempre il rispetto per la vita, sotto qualsiasi forma si presenti, perché la vita è un dono e l’uomo non può accaparrarsi il diritto di vita o di morte sugli altri… perché la vita è preziosa nella sua diversità e dobbiamo imparare a rispettarla”.

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