OPERAZIONE IMPERO. RINVIATI A GIUDIZIO I CINQUE MODICANI COINVOLTI

Tutti e cinque rinviati a giudizio i modicani interessati all’operazione “Impero”, eseguita dalla polizia nel 2003 e che da qualche mese è passata da Modica alle competenze del Tribunale di Napoli a seguito di una decisione della Prima Sezione della Corte di Cassazione che aveva accolto la tesi del Gup modicano, Michele Palazzolo. Ieri è stata definita l’udienza preliminare davanti al Giudice per le Udienze Preliminari partenopeo, nei confronti del quale, nella precedente udienza, i difensori, e tra questi l’avvocato Emanuele Guerrieri del Foro di Modica, avevano sostenuto l’incompatibilità, perché in precedenza si era espresso su atti in possesso della magistratura di Modica. Il prossimo 19 marzo saranno giudicati dai magistrati del capoluogo campano i modicani Luigi Bonincontro, 62 anni, Giorgio Fidone, 62 anni, entrambi patrocinati dagli avvocati Luigi Piccione, Saverio La Grua ed Alessandro Agnello, i fratelli Giorgio e Rosario Caruso, rispettivamente di 66 e 68 anni, e la moglie di quest’ultimo, Francesca Fidone, 58 anni, tutti patrocinati dagli avvocati Emanuele Guerrieri e Fabio Borrometi. L’operazione scaturì da quella che gli inquirenti definirono la “tratta delle donne provenienti dall’Est-Europa”, in particolare dall’Ucraina, e che coinvolse le Procure di Napoli e Modica. Fu eseguita dalla polizia il 27 gennaio del 2003. Complessivamente, furono trenta le ordinanze di custodia cautelare in carcere firmate dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Modica, Daniela Di Sarno, delle quali cinque colpirono, appunto, gente di Modica, un ex insegnante, un ex agente di polizia, due imprenditori e la moglie di uno di questi ultimi. Il castello accusatorio parla di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione aggravata e continuata, di violazione della legge sull’immigrazione clandestina di giovani donne ucraine. Le indagini coinvolsero oltre Modica e Napoli anche Salerno, Benevento, Rimini, Pescara, Mantova e Perugia. Dell’organizzazione avrebbe fatto parte anche l’ucraina Tanja Boiarchuck, 46 anni, coadiuvata dal convivente Sergej Horshkov e dalla sorella, anche questi rinviati a giudizio così come tutti gli altri ad eccezione di tre persone che sono state prosciolte.

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