Processo Gerratana, «sfilano» in aula funzionari comunali e uomini politici

E’ statala deposizione dell’imputato, Nino Gerratana, attuale consigliere comunale, a caratterizzare la terza udienza del processo in corso davanti al giudice unico del Tribunale, Giovanna Scibilia (pubblico ministero Monica Mo-nego). Un lungo excursus sulla vicenda che lo ha visto coinvolto dopo che fu denunciato da un imprenditore modica-no, Angelo Savarino, e per la quale deve rispondere di estorsione e millantato credito. Gerratana è apparso determinato ed ha raccontato come si trovò coinvolto nell’azienda del suo accusatore, che si occupava di pulizie. “Con Savarino – ha detto – ci conoscevamo da piccoli e le nostre famiglie si frequentavano. Qualche anno fa mi feci intermediario per risanare i rapporti tra il mio accusatore e la sua famiglia. Più tardi lo stesso mi chiese di aiutarlo per rilanciare la sua società che si trovava in difficoltà. Allora lavoravo come stagista alla Provincia Regionale di Ragusa”. L’imputato, difeso dagli avvocati Carmelo Scarso e Carmelo Ruta, ha confermato di avere predisposto un piano di marketing e di essersi occupato dell’aspetto burocratico. ” All’epoca non ero consigliere comunale – ha spiegato – e, comunque, m’interessai per farlo partecipare a gare d’appalto presso enti pubblici e privati. Stabilimmo che mi avrebbe erogato una sorta di stipendio mensile. Lo accompagnai spesso presso alcuni enti per visionare bandi di gara. Da luglio a dicembre del 2000 mi pagò, saltuariamente, con degli assegni, uno dei quali, di tre milioni di lire, non andò a buon fine. Pagai con i miei soldi il lavoro di volantinaggio predisposto ed effettuato perché Savarino non era nelle possibilità di farlo. Né quei soldi, né i tre milioni mi furono restituiti”. Le domande incalzanti anche da parte del giudice hanno toccato anche la collaborazione di Gerratana con la segreteria del senatore Riccardo Mi-nardo, che lo stesso ha confermato. “Dopo che s’interruppero questi rapporti -ha spiegato l’imputato – mi sono trovato invischiato in questa vicenda. In ogni modo non mi sono mai vantato del ruolo che occupavo nella segreteria del parlamentare. Da parte mia, misi a disposizione di Savarino il mio computer perché questi non ne disponeva”. E’ stato sentito anche l’assessore comunale allo Sport, Girolamo Carpentieri, il quale ha detto che Gerratana, come del resto altri consiglieri, si recavano nel suo ufficio per sollecitare pagamenti di mandati. “Ma è una consuetudine dei consiglieri – ha precisato l’amministratore -, una prassi quella di sapere a che punto erano determinati pagamenti”. Tra gli altri testimoni, anche un funzionario comunale, Valerio Ragusa, il quale ha chiarito la sua posizione su un paio di assegni che un usciere gli aveva negoziato in banca. “Erano assegni che Savarino mi aveva consegnato – ha detto questi – per del materiale pubblicitario commissionato dalla sua azienda e per la cui fornitura mi ero interessato”. Il rapporto tra Savarino e Gerratana, iniziato nel luglio del 2000, s’interruppe l’anno successivo. La prossima udienza, fissata per il 16 marzo, servirà per definire tutte le testimonianze. La presunta vittima si è costituita in giudizio tramite gli avvocati Bartolo Iacono e Giovanni Favaccio.(*sac*)

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