Le prospettive dell’Aeroporto di Comiso rischiano di infrangersi contro le scelte per la sua gestione e la sua stessa sopravvivenza costellata tra l’altro da un enorme debito.
Il dibattito degli ultimi giorni si nutre purtroppo di vecchio municipalismo che ignora i cambiamenti del mondo aeroportuale a partire dalla forte presenza delle low cost che impongono a tutti nuovi modelli di business. Lo sostiene in consigliere della Camera di Commercio di Ragusa, Giovanni Avola, secondo cui si ignora che l’Aeroporto è stato finalmente inserito nel piano nazionale aeroportuale e che i servizi ENAV sono a carico dello Stato.
Quando non era riconosciuto di interesse nazionale per tali servizi la Regione Sicilia ha sborsato ben 5,7 milioni di Euro.
Ma c’è di più: Comiso è nato come Aeroporto alternato con Catania e oggi si ritrova nel piano nazionale attraverso il sistema aeroportuale integrato Catania-Comiso.
“Fantasiosa, almeno per l’immediato – spiega l’ex segretario generale della Cgil Ragusa – appare poi l’idea del Cargo, atteso che l’area di riferimento è ancora in possesso dell’Aeronautica Militare e non della Soaco e che in nessun piano di investimenti per il Sud è prevista la realizzazione del Cargo, anche se l’Aeroporto resta l’unica infrastruttura in un comprensorio ancora privo di autostrada e con un ricchissimo tessuto produttivo. Insomma occorre trovare i soldi.
Dunque cosa fare per lo scalo?
Bisogna ripartire dall’Ente di gestione, la Soaco, e dai rapporti tra lo stesso e la Sac. Non è possibile che la Soaco sia diventata uno dei tanti punti di riferimento dove si scaricano gli interessi dei tentacoli della politica regionale di turno e delle maggiori Associazioni Imprenditoriali, prescindendo da competenze, professionalità ed interessi per il territorio.
Soaco e Sac devono lavorare in sinergia per il rilanci del sistema aeroportuale della Sicilia Orientale, ma gli organi di gestione non debbono più rispondere ai potentati politici ed economici che li nominano. Non è possibile – conclude Avola – che privati cittadini gestiscano strutture e risorse per pubblici servizi senza che per il loro operato rispondano a qualcuno. Non è possibile che il pubblico interesse sia sottratto al controllo pubblico e democratico che si esercita attraverso gli organi dello Stato, assenti quasi sempre ma spesso surrogati dal potere giudiziario.
Comiso ha solo bisogno di una gestione efficiente al servizio dello sviluppo ibleo”.