Per gli operatori ecologici di Modica iscritti alla Cgil non c’è pace neanche per le festività di Pasqua. Si è verificato, lo scorso 7 aprile, secondo quanto denuncia il segretario provinciale Fp Cgil, Giovanni Lattuca, l’ennesimo episodio increscioso nel cantiere di contrada piano Ceci. L’impresa ecologica di Giorgio Puccia avrebbe vietato a un proprio dipendente di andare a lavorare e, addirittura, davanti ai suoi colleghi sarebbe stato buttato fuori dal cantiere.
“Da precisare che il lavoratore che ha subito questo illegittimo provvedimento da parte del suo datore di lavoro, era rientrato al lavoro dopo alcune settimane di convalescenza per una forte crisi depressiva. Dopo i tanti licenziamenti, dopo le tante lettere di contestazioni e le tante giornate di sospensioni perpetrate in tutti questi lunghissimi anni all’indirizzo soltanto dei lavoratori iscritti alla nostra Organizzazione sindacale, è opportuno a questo punto che qualcuno si
prende tutte le responsabilità del caso. A nulla sono valsi i nostri tre esposti presentati alla Procura della Repubblica del tribunale di Modica e di Ragusa, ma una soluzione immediata va data per il bene di tutti i lavoratori in
forza alla ditta Puccia. Altra vittima illustre è stato il nostro segretario aziendale che, nonostante la sentenza di reintegro emessa dal Giudice del lavoro di Modica, e nonostante l’appello vinto, da circa un anno e mezzo, non viene fatto rientrare al lavoro e si ritrova attualmente inoperoso a casa ma retribuito lo stesso”. La Fp Cgil giudica scandalosa, di conseguenza, la gestione di una somma considerevole pari a 40 milioni di euro, peraltro in ordinanza sindacale (che doveva durare soltanto tre mesi), senza una regolare gara d’appalto.
“È arrivato il momento di dare un taglio netto a questa drammatica e incresciosa gestione dei rifiuti nella città di Modica, pertanto invitiamo per l’ennesima e ultima volta il Sindaco di Modica a revocare immediatamente l’appalto all’Impresa ecologica di Puccia Giorgio”. In caso contrario l’organizzazione sindacale si vedrà costretta, assieme a tutti i lavoratori, ad adottare tutti gli strumenti democratici a disposizione, sino ad un’astensione del lavoro ad oltranza.