Emergenza abitativa a Ragusa, una quarantina i nuclei familiari che si appoggiano a realtà caritatevoli. Marino: “Un problema trascurato che rischia di esplodere”

Immagine simbolo sull'emergenza abitativa

“Sono sempre più evidenti le condizioni di povertà in cui versano alcune famiglie di Ragusa. Il quadro è così complicato che tra qualche anno, forse tra qualche mese, è destinata a scoppiare in città una vera e propria emergenza abitativa. Al momento, ad esempio, sono circa una quarantina i nuclei familiari che si appoggiano a realtà caritatevoli del mondo cattolico e dell’associazionismo che riescono a malapena a soddisfare questa esigenza.

Ma se i numeri dovessero crescere che cosa succederà? E che cosa, soprattutto, sta facendo il Comune per impedire che ci si trovi a fronteggiare una problematica che, da un giorno all’altro, rischia di precipitare?”. Sono gli interrogativi sollevati dalla consigliera comunale del gruppo Insieme, Elisa Marino, che, molto attenta alle questioni sociali, punta i riflettori sulla necessità di attivare un tavolo che coinvolga tutti i soggetti competenti affinché sia possibile comprendere l’entità del fenomeno e, soprattutto, attivare dei percorsi virtuosi. “Non possiamo dimenticare – afferma Marino – che stiamo parlando dei nostri concittadini e che, quindi, al di là di gesti estemporanei di sostegno, che vanno comunque applauditi, è indispensabile che le istituzioni possano attivarsi nella maniera più opportuna, facendo rete e intercettando il bisogno. Ecco perché chiedo al sindaco e all’assessore ai Servizi sociali di porsi il problema, di creare un tavolo ad hoc invitando a partecipare i rappresentanti della Prefettura, della Questura, della Caritas, della Chiesa diocesana, delle associazioni di volontariato, allo scopo di attivare, tutti assieme, una progettazione che garantisca una risposta a questa drammatica situazione. I numeri sono già critici e rischiano di diventarlo ancora di più. Serve una visione progettuale, serve che si faccia rete e, soprattutto, serve individuare le contromisure più adeguate. Di nuove povertà abbiamo parlato abbastanza negli ultimi anni. Adesso, bisogna agire per garantire un supporto concreto e duraturo nel tempo a tutti i nostri concittadini in difficoltà”.

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