Regionali, Sicilia. Sconfitti il Pd, Angelino Alfano e…la politica

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I risultati definitivi non sono ancora arrivati ma l’aspetto importante che emerge dai dati che si hanno in mano è l’inequivocabile sconfitta del Partito Democratico. La riunificazione del Centro-destra con Berlusconi-Meloni e Salvini, il voto di protesta a favore del Movimento 5 Stelle, e la scellerata politica del Pd hanno portato alla sonora sconfitta dei Dem. In primis hanno pagato la presidenza di Rosario Crocetta che in molti hanno definito e ritenuto a capo di uno dei peggiori governi siciliano dal 1946. La politica di Matteo Renzi ha avuto le sue responsabilità, basti pensare che il leader dei Democratici non aveva nemmeno previsto il passaggio dalla Sicilia del suo treno. Segno della considerazione che il “Segretario” ha di questa terra.

Per il Pd si può parlare di tracollo anche a causa della pessima campagna elettorale che lo stesso Renzi ha gestito con presunzione(basti ripensare alle sue conclusioni “vinca il migliore”. E’ la sconfitta di Renzi, forse più pesante rispetto ai risultati del referendum che lo fecero dimettere da Premier. Una sinistra perdente, priva di progetti e identità, un Pd nel quale non si rivedono nemmeno le nuove generazioni e la dimostrazione viene dal risultato di “Cento passi” la lista che ha sostenuto Claudio Fava, che non ha fatto sfraceli. Il Partito Democratico paga gli atteggiamenti dei suoi componenti in campo nazionale, regionale e locale. Un gruppo sempre alla ricerca di singole affermazioni, mai con un accordo unanime, sempre pronto a scaricare responsabilità sull’altro, costruendo una guerra fratricida che, come può constatarsi, porta a perdere.
Sconfitto nella sua terra anche Angelino Alfano, il suo cambio di bandiera, i suoi cambi di direzione non sono stati perdonati dai siciliani.
Sconfitta, infine, l’intera politica: il 54% dei siciliani ha disertato le urne. Un dato che deve fare fortemente riflettere perchè mette in pericolo la democrazia ed espone ai governi delle oligarchie. Basti pensare come sia scesa la percentuale di votati negli ultimi nove anni: nel 2008 votò il 65%, nel 2012 il 47,5%, nel 2017 il 46,76%. Cosa significa? Che la gente non crede più a questo modo di concepire la politica.

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