Rapina in banca a Pedalino(Comiso), tre condanne

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Sono stati condannati con rito abbreviato i tre uomini che lo scorso 6 settembre hanno tentanto di rapinare la succursale di Pedalino della Banca Agricola Popolare di Ragusa.
Il Gup di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, ha condannato il trentaseienne Salvatore Barrera a un anno e 4 mesi di reclusione, il coetaneo Mario Benenati, a 3 anni un mese e dieci giorni ed il 33 enne Angelo Ventura a 1 anno ed 8 mesi.
I tre erano stati catturati nel mese di novembre del 2016 dagli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso. La tentata rapina era stata commessa da due uomini armati di taglierino, entrambi con il volto travisato.
Dai primi accertamenti era emerso che i due erano poi fuggiti a bordo di un’auto condotta da un terzo soggetto.
I due rapinatori, una volta all’interno dell’Istituto bancario, in rapida successione ed impugnando, uno un taglierino e l’altro una lama, avevano minacciato gli impiegati senza però riuscire nell’intento di prelevare il denaro contenuto nelle casse a seguito della presenza di un temporizzatore, che permetteva l’apertura solo previa operazione bancaria.

L’auto era stata ripresa dalle telecamere cittadine ed alcune testimonianze erano state utili per l’indicazione del modello e del colore.
Proprio la mattina della rapina, un Ufficiale di Polizia della Squadra Mobile aveva notato, mentre si recava a lavoro, un gruppo di pregiudicati vittoriesi a Ragusa presso l’officina di un pluripregiudicato. Dopo un’attenta osservazione, i pregiudicati, avendo riconosciuto il poliziotto si allontanavano. Il poliziotto, aveva comunque notato la macchina ivi parcheggiata, identica per colore e modello a quella utilizzata per commettere il delitto.
Da immediati accertamenti presso l’officina, si apprendeva che il proprietario della macchina, un dipendente dell’officina, fosse assente perché gli avevano rubato l’auto e stava presentando denuncia presso un ufficio di Polizia.
La strana coincidenza faceva convergere gli investigatori sul gruppo di criminali che quella mattina era stato visto proprio presso l’officina del denunciante.
Accompagnato presso gli uffici della Squadra Mobile di Ragusa, il proprietario dell’auto, dopo un prima reticenza, iniziava a fornire alcune informazioni, per altro prive di un senso logico.
Dopo le prime contraddizioni, veniva invitato a non continuare a riferire falsità e dichiarare quanto realmente accaduto.
Davanti all’evidenza dei fatti, il proprietario dell’auto ammetteva di averla prestata ai tre soggetti arrestati, ma di non sapere nulla rispetto ai fatti reato commessi e che proprio loro, gli avevano suggerito di fare denuncia di furto del veicolo per dimostrare la sua estraneità.
Dopo ore di interrogatorio, reso edotto del reato di favoreggiamento personale, qualora non avesse collaborato con la Polizia di Stato, il giovane riferiva a chi avesse prestato l’auto.
Mentre Ventura e Barrera, immediatamente ricercati dagli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Comiso, ammettevano le proprie responsabilità, rilasciando una piena confessione, Benenati asseriva di non aver commesso nulla e di non essere mai stato presente insieme agli altri complici.

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