Terremoto che va, terremoto che viene

terremoto-ragusa

Si presenta sempre. Non il sempre umano di gattopardiana memoria, ma il sempre naturale, cioè l’evento prevedibile nella sua certezza, imprevedibile nella sua tempistica e sconvolgente nei suoi effetti.
Sarà oggi, domani, dopo domani? Chissà ?
L’anno scorso ad Amatrice, oggi a Ischia: prima chi l’avrebbe detto dove e quando? Eppure il terremoto si è presentato!
Ho predicato sempre l’immanenza di tale evento con riferimento alla sede, insicura e tombale, del Palazzo di Giustizia di Ragusa, ma da buon modicano sono stato sempre disatteso dai buoni provinciali. Parlo in questi termini, che hanno il solo torto di essere realistici, perché la misura è colma.

Che dobbiamo aspettare per prevenire gli eventi disastrosi certi? Che anche la santa pazienza di San Giovanni Battista, Patrono di Ragusa, di tenere a bada l’evento naturale si consumi per eccesso di confidamento?
Ma forse la colpa del ritardo è mia: per avere predicato costantemente un allarme che ad oggi non ha ancora prodotto morti e distruzione.
Allora, imponendomi un atto di resipiscenza, cambio tono e contenuti. Da oggi in poi non predicherò più allarmismi per eventi sismici, ma sarò propositivo, come lo fu uno dei miei figli che, avendo stancato per le troppe insistenze la mamma perché voleva il cane, finì di parlarne, ma incominciò a parlare della cuccia.
Terremoto no, ma adeguamento strutturale e messa in sicurezza si.
Allora, non pensate tutti, in particolare i responsabili politici, ministeriali, amministrativi, giudiziari, in particolare gli addetti alla prevenzione (Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Genio Civile, Ispettorati del Lavoro, e quanti altri) che di fronte ad una struttura, rectius tre non idonee strutture giudiziarie di Ragusa(una, quella principale, di sicuro affetta da provati e confessati “vizi strutturali”; un’altra, quella vicina, evacuata a suo tempo proprio perché pericolosa e non antisismica; e la terza già imbracata per evitare danni ai passanti), che siano necessari interventi urgentissimi di adeguamento strutturale e di messa in sicurezza?
Non pensate che gli addetti all’attività giudiziaria, tutti gli utenti della giustizia e tutti i cittadini abbiano il diritto di chiedervi tali interventi ed il diritto di mettervi, come dovete considerare d’essere, in mora?
Da oggi in poi dovranno essere fatti e non più parole di prevenzione e messa in sicurezza. Tanto per intenderci: signor Sindaco di Ragusa, la scala di emergenza a servizio della struttura giudiziaria principale, la cui realizzazione per espresso obbligo imposto dai Vigili del Fuoco doveva essere effettuata nell’Ottobre 2014 e senza la quale un qualunque edificio frequentato quotidianamente da più di 500 persone come il Tribunale non potrebbe essere utilizzato, perché ne è stata omessa la realizzazione? E sicuro della impunità per tale grave e deleteria omissione?
Mi si potrebbe obiettare che per adeguare il plesso principale ed i plessini secondari bisognerebbe trasferire le attività giudiziarie in altro o altri plessi. Anche a questo c’è la soluzione.
Tralasciando la ipotesi, neppure remota per la volontà tipicamente massonica degli obiettori di coscienza provinciali, della idonea e capiente struttura giudiziaria di Modica, mi pare che da tempo in pectore ed in fremente attesa sta in Ragusa un edificio che cerca un suo ricco affittuario (il Ministero della Giustizia o il Comune di Ragusa?) come nei “Sei personaggi in cerca di autore” di pirandelliana memoria, il quale peraltro, non se ne sa il motivo, ancorché trattasi di costruzione datata, è ancora catastalmente da classificare. Che la classificazione idonea sia quella degli “imprevisti ”Uffici Giudiziari?
Chissà? Chi vivrà vedrà, terremoto permettendo (a questo punto è d’obbligo toccare amuleti e quant’altro….).

Avv. Carmelo Scarso

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