Modica, lettera aperta al consiglio di biblioteca. Riceviamo e pubblichiamo

biblioteca comunale

Noi crediamo che la vicenda della biblioteca comunale di Modica potrebbe rappresentare la metafora di come una mediocrità politica che sviluppatesi in maniera costante, da una mediocrità all’altra per ben 13anni, coinvolgendo ben tre sindaci e tutte le forze politiche modicane, nessuna esclusa potrebbe, senza alcuna logica programmata, essere arrivata ad un punto di riconversione. Esistono, infatti, i presupposti perché tredici anni di incontestabile e metodica mediocrità possano determinare delle condizioni ottimali che la Biblioteca di Modica non ha mai avuto.

La storia ci dice che la Biblioteca fino al 2004 è stata trascurata completamente e tale incuria non
ha lasciato neanche i dati per farsi valutare in termini di qualità. E’ stata necessaria l’interruzione del servizio bibliotecario, perché si avvertisse fortemente la mancanza della Biblioteca.
E’ stata necessaria questa mediocrità politica perché nascesse il gruppo “Io vado in biblioteca” che nel coinvolgere i vari ambienti scolastici e la società civile ha attivato studiosi e consiglieri comunali ad avviare un’azione di denuncia più decisa.
Persino la solare mediocrità politica del “Governo Abbate” è stata utile al processo rigenerativo: senza di essa nessuno avrebbe creato le condizioni attraverso i social perché egli strumentalmente adottasse la nomina del “Consiglio di biblioteca”; senza questo Sindaco nessuno avrebbe scritto a “Striscia la notizia” e senza questo spauracchio non avremmo avuto mai, battendo ogni record in piena estate, l’insediamento, in 36 giorni, del “Consiglio di biblioteca”.
Il risultato finale è che adesso, e per alcuni anni ancora, certamente sarà presente nella società civile modicana una fortissima pressione nei confronti di chi svolgerà funzioni riguardanti il governo della biblioteca. Esiste, quindi, un’occasione storica perché la classe culturale modicana, presente nel “Consiglio di biblioteca”, possa con il disincanto che è proprio alla vera cultura, dare il contributo alla Politica sottraendosi alla tendenza che ha quest’ultima di asservire ai propri fini, anche di parte, tutto ciò che per sua natura, come la Cultura, aspira a decisioni alte.
Diciamo ciò nella consapevolezza di fare un discorso di fondo che non appare digerito se è vero che si fa una sintomatica e pericolosissima confusione tra “Consiglio della biblioteca” e “Comitato di gestione della biblioteca”. Confusione presente nel comunicato di insediamento del “Consiglio” che se può giustificarsi con la superficialità del giornalista che lo ha scritto e con l’approssimazione più che nota del Sindaco che lo ha suggerito (?) perché incapace di cogliere la differenza tra i due termini utilizzati, sarebbe devastante che tale confusione venisse recepita dai componenti del “Consiglio di biblioteca”.

Fare confusione tra “Consulenza” e “Gestione” significherebbe mortificare la dignità delle funzioni che concorrono al governo della biblioteca, significa privare la qualità delle decisioni degli apporti specifici che ciascun interprete può e deve dare.
Il Regolamento della biblioteca assegna al Consiglio di Biblioteca solo ed esclusivamente il
compito di fare proposte ed esprimere pareri su tutto quanto riguarda le attività della Biblioteca, nonché proposte in ordine “all’acquisto del patrimonio documentale e di altri materiali”.
Il “Regolamento” nel relazionare i compiti del “Consiglio” e quelli del “Direttore” della Biblioteca prevede impegno di reciproca consultazione ma lascia, sempre e comunque, l’onere della decisione al “Direttore della Biblioteca”.
Il “Regolamento” nel prevedere le regole di funzionamento del “Consiglio”, come è giusto che sia, privilegia la trasparenza prevedendo che le riunioni del “Consiglio” devono essere pubbliche. Ben sappiamo, però che non è difficile per il Presidente del “Consiglio” mortificare tale dichiarazione di principio considerando tutte le riunioni urgenti, per giustificare convocazioni alla chetichella. Ecco perché da subito chiediamo al Presidente del “Consiglio di biblioteca di:
– consentire, a chi lo richiede, di essere informato per tempo, attraverso una e-mail, o qualsiasi altro mezzo digitale delle riunioni del “Consiglio” con il relativo ordine del giorno;
– pubblicare in tempo reale i verbali delle riunioni nel sito del Comune con gli eventuali documenti che sono stati citati o prodotti;
-pianificare le modalità perché ciascun cittadino, gruppo o associazione possa interloquire con la Biblioteca per proposte ed osservazioni.
Piergiorgio Barone
Carmelo Modica

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