Il sindaco Piccitto partecipa all’incontro promosso dalla Prefettura per discutere della questione del nuovo Ospedale di Ragusa

piccitto anci sicilia

Il sindaco Federico Piccitto ha partecipato stamane presso il Palazzo di Governo all’incontro promosso dal Prefetto Maria Carmela Librizzi per fare il punto della situazione sull’apertura del nuovo ospedale di Ragusa “Giovanni Paolo II”. Alla riunione oltre al primo cittadino sono intervenuti, il manager dell’ASp 7 Maurizio Aricò, il direttore sanitario dell’ASP 7 Pino Drago ed il Comandante dei Vigili del Fuoco, Aldo Comella.

“Abbiamo appreso, questa mattina – dichiara il sindaco Federico Piccitto – che le procedure amministrative necessarie per il trasferimento dei degenti dall’ospedale “Civile” al nuovo ospedale “Giovanni Paolo II” sono ancora in fase di definizione.” Si tratta di un fatto grave, perché fa cadere la possibilità di un completamento del trasferimento complessivo dei reparti e dei degenti entro il 30 giugno, che coincide con la scadenza dell’incarico del Direttore Generale.
A completare il quadro ci ha pensato il Governo regionale, che si conferma ancora una volta parte del problema e non della soluzione, con una deliberazione della Giunta Regionale di nomina dei commissari straordinari delle ASP siciliane che trasferisce Aricò a Palermo, sostituito da Lucio Ficarra. Non sarebbe stato facile complicare un quadro disarmante come quello che stiamo osservando in questi giorni con la vicenda del trasferimento “sospeso” dell’Ospedale Civile, ma la Giunta regionale è riuscita a sorprenderci anche in questa occasione, modificando la proposta originaria avanzata dall’Assessore Gucciardi, a quanto si apprende dalla stampa, il quale aveva previsto la conferma dei manager attuali come commissari, e che, a questo punto, mancherebbe dell’autorevolezza necessaria alla difesa dei suoi provvedimenti in Giunta.
Niente di più di una battuta d’arresto politica se non ci fosse di mezzo la salute dei cittadini ragusani e la qualità dell’assistenza sanitaria nella nostra città e nella nostra provincia.
Consola il fatto che l’esperienza politica di questo governo regionale, caratterizzata dalla totale improvvisazione, stia per giungere al termine.
Il vertice in prefettura ha voluto definire i passaggi ancora necessari per la definitiva apertura del nuovo ospedale, sui quali il manager non è stato in grado di definire una tempistica certa, soprattutto alla luce della scadenza del suo mandato che sta approssimandosi, prevista per il 30 giugno.
Ho deciso, pertanto, di continuare a monitorare le diverse fasi del trasferimento, che dovrà avvenire secondo quanto previsto nel piano di riordino sanitario regionale (Allegato n. 190 alla Deliberazione di Giunta Regionale n. 156 del 28 marzo 2017), che include l’UOC di Malattie Infettive, attualmente ospitato presso l’Ospedale “Civile” e che non era stato inserito nel cronoprogramma presentato alla stampa lo scorso 13 giugno.
Peraltro, non ci risulta al momento alcuna comunicazione da parte dell’ASP in merito alla sentenza del Tar Sicilia, che ha accolto il ricorso del Comune di Ragusa specie rispetto alla mancata previsione dell’UOC di Neurologia.
Su questo e altro il Comune di Ragusa continuerà a vigilare, per assicurare che la nuova struttura ospedaliera “Giovanni Paolo II” sia pienamente operativa e coerente con quanto previsto dalla legge e dalla programmazione regionale. Non vogliamo più essere presi in giro, tanto più che nel sopralluogo di qualche giorno fa, avevo potuto osservare di persona che se questo ospedale non apre non è certo per colpa di chi, ogni giorno, lavora con passione ed impegno, o della struttura in sè. Questa città non merita di soffrire disagi assurdi, senza date certe, per colpa di non meglio precisati colpi di scena che hanno l’ignavia e l’inefficienza come criterio guida. Come abbiamo fatto finora saremo con il fiato sul collo di tutti i protagonisti di questa situazione grottesca per ricondurre al più presto, come ho detto ancora oggi, il tutto alla normalità. Ragusa deve avere il suo nuovo ospedale, non è più tempo di scherzare”.

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