Pozzallo. La Polizia ferma 5 scafisti. E’ la prima volta che viene fermato un comandante di imbarcazione del Bangladesh.

barca in legno polizia copia

La Polizia a seguito dello sbarco di martedi a Pozzallo di 389 migranti ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di: TAQRA Amin, 21 enne marocchino e un 17 enne del Gambia, un 22 enne marocchino per il barcone in legno, UDDIN Bahar, 43 enne del Bangladesh e AREF Karam, 32 enne egiziano. Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza ed una dei Carabinieri, hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto gli scafisti indicati dai migranti.

Per quanto concerne le indagini sul gommone non vi sono state difficoltà in quanto i migranti hanno sin da subito indicato un giovane gambiano minorenne che si occupava di tenere la rotta grazie ad una bussola ed altri due marocchini che si alternavano al timone. Considerato quanto raccolto in atti, gli investigatori della Polizia hanno subito sottoposto a fermo i due responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed indagato in stato di libertà il terzo soggetto di origini marocchine.
Per quanto concerne le indagini sul barcone, gli investigatori hanno trovato qualche difficoltà iniziale stante il totale mutismo dei migranti.
Molti dei passeggeri dichiaravano di essere stati stipati all’interno della stiva e che da lì non si potevano muovere per andare sopra coperta, pertanto non potevano aver visto nulla. I compagni di viaggio utilizzavano questa versione perché non volevano testimoniare, ma l’impegno della Polizia ha permesso di ottenere delle dichiarazioni concordati sui due migranti. La ricerca dei testimoni disponibili a parlare con la Polizia resta sempre l’aspetto più difficile da curare in occasione degli approdi di navi cariche di migranti.
Per la prima volta gli investigatori si sono imbattuti in un comandante dell’imbarcazione di origini bengalesi, elemento mai emerso fino ad oggi per gli sbarchi avvenuti sul territorio di Ragusa.
Il giovane egiziano, in compagnia del bengalese, si occupava del motore e di tenere i contatti via satellitare con la Libia e poi con i soccorritori chiamati una volta giunti in acque internazionali.
I migranti hanno raccontato inoltre di essere stati condotti su una spiaggia della Libia ed a gruppi di 50 sono stati fatti salire a bordo del barcone in legno dove hanno trovato a bordo i due componenti dell’equipaggio. Solo quando la barca in legno era piena in ogni sua parte sono partiti.
Dopo aver raccolto tutte le testimonianze, gli scafisti sono stati condotti in carcere a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea
Nel 2017 sono 45 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.

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