Nell’occhio del ciclone le organizzazioni umanitarie (ONG)….. di Rita Faletti

sbarco

È scoppiato un nuovo caso, si è subito trasformato in zuffa. Finirà male?. I nudi fatti: Zuccaro, procuratore capo di Catania, sta indagando sulla natura poco chiara dei legami tra ONG, organizzazioni non governative sempre più attive nella caccia e nel soccorso di migranti in mare e gli scafisti, trasportatori senza scrupoli di disgraziati in fuga dai loro Paesi. Dice il procuratore: ” Abbiamo evidenze che tra alcune ONG e i trafficanti di uomini che stanno in Libia ci sono contatti diretti, non sappiamo ancora se e come utilizzare processualmente queste informazioni, ma siamo abbastanza certi di ciò che diciamo; telefonate che partono dalla Libia verso alcune ONG, fari che illuminano la rotta verso le navi di queste organizzazioni, navi che all’improvviso staccano i trasponder sono fatti accertati.”

Parole pesanti confermate dalle rivelazioni di Frontex: gli scafisti forniscono ai migranti apparecchi telefonici con i numeri di alcune ONG da contattare per essere soccorsi. Si spiega così il mistero della presenza o dell’arrivo fulmineo dei cosiddetti ” taxi di migranti” proprio laddove si trovano le barche fatiscenti stracolme di disgraziati. Cosa succede a questo punto? Il carico umano viene trasferito sulle navi ONG che fanno rotta verso le nostre coste.Conclusasi l’operazione di salvataggio, i trafficanti di esseri umani tornano indietro. Ma il tratto di mare che li separa dalle coste libiche è breve, infatti i soccorritori si spingono ben oltre il limite delle acque territoriali italiane, arrivando quasi a toccare le coste della Libia. Come spiegare tanta solerzia? Lo spirito umanitario, per quanto forte sia, non basta a convincere che dietro non ci sia dell’altro. E siccome le operazioni di salvataggio comportano costi elevati, il sospetto più che motivato è che gli scafisti riconoscano alle ONG ” incriminate” un prezzo per il servizio che queste svolgono in modo così ineccepibile. Non è scontato, infatti, che le donazioni di privati anche illustri e danarosi, siano sempre sufficienti o soddisfino i soccorritori. E poi il business è business, anche se sulla pelle di poveracci le cui sfortune, si sa, diventano fortune per altri. Recentemente è salita agli onori della cronaca una coppia di maltesi, per la verità lei calabrese, lui milionario americano, che ha fatto del soccorso ai migranti la principale ragione di vita. Proprietari di due imbarcazioni, la Phoenix e la Topaz, dotate di gommoni Rhib e super droni, intestati ad una società con sede a Malta, la Moas ( migrant offshore aid station) pattugliano in lungo e in largo le acque libiche alla ricerca di poveretti da salvare. Si scopre poi che la suddetta società è finanziata da una comunità riconducibile a Soros, milionario filantropo. Tra i collaboratori ci sarebbe anche un ex ufficiale maltese che ha represso con la violenza le proteste di un gruppo di migranti a Malta. È stato forse colto da un improvviso senso di colpa? E come mai i 33000 migranti salvati da Moas sono finiti tutti in Italia e nessuno a Malta? Sono troppi i sospetti perché le indagini intraprese da Zuccaro non proseguano fino a fare emergere la verità. Come sempre succede, i nostri amati politici si sono buttati a capofitto sulla questione per trarne vantaggi personali. A Salvini non sembra vero poter prendere parte alla rissa, Di Maio soffia sul fuoco accusando di opacità le ONG e riprendendo l’espressione ” taxi di migranti” usata da Frontex, attaccato da Saviano che difende con ardore le organizzazioni, a suo dire, tutte ” buone”. Saviano mi convince meno sia di Salvini che di Di Maio. La sinistra sbraita contro i detrattori delle ONG e i benefattori in generale, sui quali Alfano solleva qualche sospetto e riceve le critiche del Ministro della Giustizia Orlando che preferisce attendere gli esiti delle indagini, e intanto che è in stand by, chiede ad Alfano se per caso non si fosse distratto quando occupava lo scranno di Ministro dell’Interno. Le solite sceneggiate di chi si benda gli occhi, si tura le orecchie e il naso pur di non prendere posizioni e salvare se stesso. Dilettanti minimamente sfiorati da dubbi e dal dubbio, oggi legittimo, che qualche potere sopranazionale abbia interesse a destabilizzare il nostro Paese servendosi proprio dello tsunami migranti e approfittando dell’inezia della politica.

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