A Monterosso Almo presentata l’ultima opera poetica di Domenico Pisana

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Le “Odi alle dodici terre. Il vento, a corde, dagli Iblei” è l’ultima opera poetica di Domenico Pisana presentata domenica scorsa a Monterosso Almo nei locali del Centro Giovanile. Presente un qualificato pubblico che ha apprezzato sicuramente le quattro odi dedicate alla cittadina montana iblea. Molto appassionato l’intervento del primo cittadino Paolo Buscema che ha presentato Domenico Pisana non solo come suo grande amico,

negli anni in cui si faceva insieme politica, ma anche come un valido docente nei Licei, teologo morale, ricercatore letterario che svolge da anni attività poetica, di scrittore, saggista e critico letterario. Edita da Armando Siciliano l’opera poetica porta la prefazione dello scrittore Pietrangelo Buttafuoco, una traduzione inglese a fronte della poetessa Floriana Ferro ed è corredata di oltre trenta opere del maestro Piero Guccione. ” Con questo libro – ha affermato Pisana nel corso del suo intervento – ho scelto di eleggere un tempo dove io raggomitolo esperienze vissute da giovanissimo, da meno giovane e da adulto. Penso alla mia Modica, a Pozzallo, a Scicli , a Chiaramonte Gulfi. Penso a Monterosso Almo che definisco ‘ Oasi verde’ , il cuore verde degli Iblei dove ho potuto gustare sensazioni e sentimenti derivanti dalla magia del suo Presepe vivente. Le mie Odi – continua Pisano – non nascono da un esercizio alchemico, nè sono nè voglio ridursi ad un accumolo cronologico di memoria, , ma mirano a ridisegnare nella contemporaneità una metafora dell’identità. Questo mio libro non è una occupazione da vecchi, un guardare indietro, un cercare conforto nel passato, ma uno strumento di comunicazione che vuole tenere viva l’identità collettiva delle nostre popolazioni iblee, perchè resto convinto che quando vengono meno le identità collettive, come di fatto sta accadendo, le nuove generazioni si vanno assuefacendo ad un oggi senza passato.” Secondo molti critici letterari la raccolta di Odi di Domenico Pisana è sicuramente un elogio del territorio ibleo vissuto come viaggio senza tempo, nel quale spiccano grandi personalità, intellettuali da lui conosciuti o comunque amati e che hanno donato lustro a questi luoghi.

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