Area Popolare Ispica: “La grottesca storia della casetta di legno. Appare e scompare”

casetta in legno rimossa

Una lunga analisi dello stato di confusione che regna a Palazzo Bruno è stata inoltrata oggi alla stampa dal Coordinamento cittadino di Area Popolare Ispica, sollecitata dai recenti avvenimenti che hanno visto come protagonista una ‘misteriosa’ casetta in legno – presa da AP a metafora della attualità amministrativa ispicese – rapidamente istallata e rimossa dal centro cittadino.

“Quanto è successo in città negli ultimi giorni è grottesco – esordisce il documento di Area Popolare Ispica – ed esprime appieno il profondo disagio che vive l’Amministrazione Muraglie, fin dall’inizio distintasi per passi indietro ed annullamenti, ma che adesso ha iniziato a tornare indietro anche sulle proprie, discutibilissime decisioni: la conseguenza di tale atteggiamento sarà, a breve, l’inevitabile e totale paralisi politico-amministrativa.
Un po’ di cronologia degli eventi, per spiegare meglio: venerdì 3 marzo, il sindaco Muraglie dichiara, in un proprio comunicato stampa, che << a garanzia della libera e ordinata fruizione degli spazi pubblici, nonché della tutela e valorizzazione del nostro territorio a prevalente vocazione turistica, […] ha dato mandato al Comando di Polizia Locale di effettuare controlli serrati finalizzati a contrastare il fenomeno di indebita occupazione di suolo pubblico in difformità alle prescrizioni inserite nel titolo autorizzatorio rilasciato dagli uffici comunali >>.
Esattamente il giorno dopo, a meno di ventiquattro ore dalla nota stampa del primo cittadino, fa la sua comparsa in fondo a Corso Umberto, a sinistra della Chiesa Madre San Bartolomeo, una casetta di legno bianco: un gabbiotto senza arte né parte, che reca il simbolo delle informazioni turistiche, lasciando intuire che si tratta della futura “sede” (le virgolette sono d’obbligo per una siffatta casupola) del servizio informativo turistico cittadino”.

“Il punto è centralissimo: impossibile, per cittadini e turisti, non notarla – ironizza la coordinatrice di Area Popolare, Mariagiovanna Gradanti – Il problema è che oltre ad essere pessima l’idea, è stata pessima anche l’accoglienza della cittadinanza, che sui social network ha dato sfogo alla propria indignazione in merito all’evidente assurdità di affiancare una capanna stile balneare alla principale chiesa cittadina, rendendola peraltro ‘strategicamente’ visibile da Corso Umberto, dalla scalinata della Basilica e da Piazza dell’Unità d’Italia. Una ferita inconcepibile alla bellezza dei monumenti cittadini ed un incomprensibile colpo d’immagine auto-inferto alla propria Amministrazione dal sindaco Muraglie, che prima annuncia un giro di vite a difesa dell’ordine e del decoro, e subito dopo permette che venga piazzato un gabbiotto in pieno centro – che pare fosse anche sprovvisto di titolo autorizzatorio, pertanto completamente abusivo.

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