Messaggio del nuovo Vescovo Ausiliare, Padre Giovanni Salonia, alla Chiesa di Palermo. Pubblichiamo integralmente

salonia

Fratelli e sorelle della Chiesa di Dio e della Città di Palermo,
Pace e Bene.
“Il Santo Padre l’ha nominata Vescovo ausiliare di Palermo”: con queste parole il Nunzio Apostolico in Italia mi consegnava la volontà di Papa Francesco, che mi invia a voi per collaborare con il vostro – ormai nostro – Pastore don Corrado Lorefice.

Il mio cuore vibra di molti sentimenti mentre mi presento a voi, dopo aver accettato questa inattesa chiamata a lasciare la mia terra – la mia amata fraternità cappuccina – per consegnarmi al Popolo di Dio che è in Palermo. Lo stupore, la sorpresa, la trepidazione dell’inizio diventano sempre più adesione grata, umile e fiduciosa agli impensabili progetti di Dio e desiderio di camminare con voi per la strada nuova che il Signore dischiude.

Per Papa Francesco provo sentimenti forti di gratitudine, di affetto, di fedeltà, per la coerenza, la passione ed il fascino con cui vive e annuncia il Vangelo della misericordia, della tenerezza e della pace.

È un grande dono per me essere ausiliare di Don Corrado: il pastore e fratello che ho conosciuto da vicino nei recenti anni di permanenza a Modica. In lui si esprime in modo esemplare un ministero pastorale caloroso, ospitale e inclusivo, modellato sul Pastore bello e buono che accoglie e va incontro, si fa prossimo ad ogni uomo.

Penso con intimo affetto al Vicario Generale Mons. Giuseppe Oliveri e a voi presbiteri della diocesi di Palermo: penso a quelli ormai già cari e ai tanti che avrò il dono di incontrare e di apprezzare. È un onore e una gioia entrare a far parte della vostra fraternità presbiterale per condividere e annunciare la gioia del Vangelo.

Guardo a voi seminaristi con occhi di padre (o di nonno!): la tenerezza che la vostra giovane età mi suscita e la speranza che genera la vostra generosa risposta al Signore segneranno sempre il lavoro formativo che farò accanto a Don Corrado e ai vostri cari formatori.

Bello sarà per me sentire la vicinanza di voi consacrate e consacrati, che terrete viva nel mio cuore (e renderete nuova) la gioia dei miei cinquantaquattro anni di vita religiosa e l’impegno a testimoniare la bellezza di essere fratelli misericordiosi, donati agli ultimi.

Sarò vicino e collaborerò con Don Corrado nella realizzazione del suo proposito pastorale:

“Ai diaconi, che saluto nel nome di Cristo servo, desidero porgere l’invito a mantenere vigile l’attenzione ai più piccoli, ai più poveri, agli ammalati, così da aiutare tutta la Chiesa ad abitare con verità le vie delle ‘periferie umane’…

… Il mio paterno saluto va, inoltre, agli operatori pastorali e a quanti vivono e testimoniano la fede nelle nostre comunità parrocchiali e nelle diverse aggregazioni laicali. L’assiduo ascolto della Parola di Dio e la frazione del Pane eucaristico ci provocano a camminare insieme. È questo il significato profondo della parola “sinodo”: essere donne e uomini di fede che sanno ascoltarsi reciprocamente per «discernere le nuove strade che il Signore dischiude alla Chiesa» (Papa Francesco).

… Poiché la condivisione del Vangelo non esclude nessuno, la nostra comunità diocesana promuoverà il dialogo con il mondo della cultura, specialmente con l’Università e con gli altri centri di ricerca e di studio. Prezioso sarà l’apporto della Facoltà Teologica di Sicilia nel mantenere alto il profilo di un confronto serio e arricchente con tutti: con ogni donna e ogni uomo di questa terra che diventa mia, con i fratelli di tutte le confessioni cristiane e di ogni religione.

…Ovviamente non possiamo ignorare, come comunità diocesana, la drammatica e dolorosa crisi che i nostri tempi stanno attraversando su più fronti. Contribuiremo a favorire una cultura dell’accoglienza, della legalità, della crescita del bene comune, contro ogni forma di potere oppressivo dell’uomo e del creato, insieme ai responsabili delle istituzioni civili e alle autorità militari, nel rispetto delle competenze e degli spazi di azione propri di ciascuno” (Messaggio alla Chiesa di Palermo, 27 ottobre, 2015).

In questi giorni nell’intimo del mio cuore ho sentito risuonare potenti le parole della Lettera agli Efesini (4,12) che ho scelto come mio motto episcopale: “per edificare il corpo di Cristo” (“In aedificationem corporis Christi”). Il corpo di Cristo ricapitola la storia della salvezza: creazione, incarnazione, redenzione, cieli nuovi e terra nuova. Nel corpo di Cristo morto e risorto si incontrano cielo e terra, il presente e l’eternità. Si incontrano l’ubbidienza del Figlio, la paternità del Padre e l’amore dello Spirito. La Chiesa, corpo di Cristo, “composto armoniosamente grazie all’apporto di ogni articolazione, secondo la capacità proprio di ogni membro, cresce per edificarsi nell’amore” (Ef4,16). E nell’Eucaristia si celebra il talamo dell’amore nuziale di Cristo e della Chiesa, la mensa che ci nutre e ci trasforma “secondo la misura della completa pienezza di Cristo” (Ef 4, 13). Il Corpo di Cristo giungerà a pienezza quando ogni corpo di uomo e di donna, di bambino e di anziano, di ogni colore e di ogni religione, ne sarà parte nel Regno che viene e che ogni giorno invochiamo, facendoci voce di tutto il creato.

Palermo – care sorelle e cari fratelli – è da più di trent’anni, meta dei miei viaggi, luogo del mio impegno umano, cristiano, sacerdotale. Ho avuto il dono e l’onore di lavorare ‘con’ e ‘per’ questa comunità civile ed ecclesiale: i Consultori Familiari, la Facoltà Teologica, la Fraternità Cappuccina, la Formazione degli psicoterapeuti, l’insegnamento alla Lumsa S. Silvia. E quante belle amicizie! La gratitudine per quello che mi avete dato diventa anticipo di ciò che potremo ancora condividere in questa nuova realtà, assieme ad amici ancora non conosciuti ma già accolti con fiducia nel mio cuore.

​I santi della diocesi di Ragusa che mi ha generato alla Chiesa, San Francesco e i Santi francescani, i Santi della Sicilia tutta ed in particolare quelli della Chiesa Palermitana, S. Rosalia, S. Mamiliano e il Beato Don Puglisi – che molti anni fa ho avuto la grazia di incontrare e che mi ha intimamente segnato – siano per me punto di riferimento, testimonianza e sostegno.

​Maria, madre, sorella e figlia della Chiesa, ci sia vicina, come nel cenacolo, in questa nuova pagina della mia e della vostra esistenza cristiana.

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Modica, 10 febbraio 2017

Memoria di Santa Scolastica

​​​​​​​​​P. Giovanni Salonia

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